Revocato il divieto di dimora per Pino Maniaci. Il giornalista di Telejato accusato di estorsione nei confronti di alcuni amministratori locali, è di nuovo libero. Lo ha deciso il gip Nicola Aiello che ha revocato la misura cautelare che riguardava le province di Palermo e Trapani.
Nei giorni scorsi, la seconda sezione della Cassazione aveva respinto il ricorso presentato dagli avvocati Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino per Pino Maniaci e il direttore della tv locale era stato nuovamente allontanato dalle province di Palermo e Trapani. Il giornalista, ripreso dai carabinieri mentre chiedeva denaro ai sindaci dei Comuni di Partinico e Borgetto, ha sempre respinto le accuse. Il primo divieto di dimora (relativo alle estorsioni nei confronti dei sindaci) era stato annullato dal Tribunale del Riesame per motivi formali.
Successivamente, la Procura aveva impugnato un’altra parte della decisione del Gip Fernando Sestito che aveva respinto la richiesta di allontanare il direttore di Telejato dalle due province per l’ipotesi di estorsione all’ex assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi. Il Riesame aveva accolto l’appello della Procura per questo capo d’accusa e Pino Maniaci si era rivolto alla Cassazione per ottenere l’annullamento della decisione. La Suprema Corte ha respinto la sua istanza, ma oggi il Gip Nicola Aiello, dopo avere nuovamente interrogato Maniaci ha ritenuto che non ci siano i requisiti per applicare la misura cautelare.
Per il giudice “le dichiarazioni rese dall’indagato” impongono “la rivalutazione dei presupposti di applicazione della misura cautelare sia sotto il profilo gravemente indiziario che su quello della tutela special- preventiva”. In particolare, nel provvedimento si ritiene che la ricostruzione dei fatti, così come risulta dall’intercettazione 8 maggio 2013 tra l’assessore Gioacchino Polizzi e il sindaco di Borgetto Giuseppe Davì, “deve essere rivalutata in favor rei” a seguito delle dichiarazioni rese da Maniaci, considerando anche che Polizzi ha sempre negato di avere avuto pressioni o minacce dal giornalista.
“Il quadro indiziario – scrive Aiello – risulta indebolito e tale, per inciso, era stato valutato dal giudice delle indagini preliminari in prima istanza”. Ciò, secondo il giudice, impone l’accoglimento dell’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dagli avvocati per l’ “insussistenza della possibilità di reiterazione del reato”. (ANSA).