Movimento 5 Stelle: sulle firme false confessa la deputata Claudia La Rocca. Nuovi avvisi di garanzia pronti a partire, interrogatori dalla settimana prossima, audizioni di testimoni che andranno avanti in questi giorni alla ricerca di riscontri che sono sempre più abbondanti.
Svolta nell’inchiesta sulle firme false, ricopiate da esponenti e attivisti del movimento di Beppe Grillo, dopo che era emerso un errore materiale che avrebbe potuto compromettere la presentazione della lista alle elezioni comunali di Palermo, nel 2012.
Una deputata regionale del Movimento Cinque Stelle, Claudia La Rocca, 35 anni, ha reso ai pm di Palermo una confessione ampia, dopo avere concordato col vertice regionale la scelta di fare chiarezza: sarebbe stato Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della Regione nel 2012 e di nuovo aspirante alla “nomination”, a spingere per chiarire subito i fatti.
La Rocca ha così indicato, tra gli altri (ma molti nomi sono ancora riservati), un’attuale deputata nazionale, Claudia Mannino, e l’aspirante candidata alla carica di sindaco per le elezioni del 2017, Samantha Busalacchi, come due delle persone che riprodussero le firme.
Il “pasticciaccio brutto di via Sampolo”, dal nome della strada del capoluogo siciliano in cui si trovava la sede del comitato grillino, rischia di travolgere anche il candidato sindaco di quattro anni fa, Riccardo Nuti, e il suo gruppo. Adesso non ci sono solo le accuse di Vincenzo Pintagro, uno dei testimoni di quella notte, già querelato da Nuti e dai suoi, dopo le rivelazioni fatte Le Iene di Italia 1.
Le accuse ora arrivano dall’interno: la deputata “pentita” si è presentata dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal pm Claudia Ferrari con l’idea di confessare e difatti, quando i magistrati l’hanno informata che stava rendendo dichiarazioni “autoindizianti”, lei ha deciso di proseguire l’interrogatorio in presenza dell’avvocato Valerio D’Antoni, che attendeva fuori dalla porta.
Le ammissioni e le indicazioni di una serie di persone si uniscono e spesso combaciano con quelle rese da Pintagro e da un altro attivista, la cui identità è ancora riservata, che si sarebbe limitato però ad ammettere responsabilità proprie: rischiano comunque almeno in trenta, mettendo assieme gli elementi in mano ai pm.
I magistrati hanno fatto il punto della situazione, assieme alla Digos, che conduce gli accertamenti, e sentiranno fra gli altri un avvocato, Francesco Menallo, risultato anche lui quanto meno informato dei fatti.
Tra oggi e domani i pm di Palermo sentiranno a sommarie informazioni i deputati regionali siciliani del Movimento 5 Stelle nell’ambito dell’indagine sulle firme false per la presentazione delle liste delle elezioni comunali del 2102 nel capoluogo. La decisione segue le dichiarazioni di due testimoni che assistettero alla falsificazione delle firme, una delle quali, la deputata Claudia La Rocca, si è anche autoaccusata del fatto. Il portavoce all’Ars Gianpiero Trizzino e il deputato regionale Giancarlo Cancelleri compariranno domani davanti ai magistrati che la prossima settimana dovrebbero passare agli interrogatori degli indagati.
“Onestà, Onestà, onestaà così si concludeva la kermesse Italia Cinque Stelle di Palermo lo scorso settembre. Mi chiedo se non sia corretto e coerente dimettersi immediatamente dal ruolo di deputato regionale o nazionale per chi sapeva da tempo delle scorrettezze e ha taciuto per anni”. Lo afferma il vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino che aggiunge: “Dopo aver caratterizzato la loro presenza in aula con continui attacchi a chi era in odore di illeciti di qualsiasi natura chiedendo dimissioni e sospensioni ora mi aspetto che la cittadina La Rocca a seguito delle notizie di stampa agisca di conseguenza”.