Tra le firme false dei Cinquestelle quella del genero di Borsellino

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La vicenda delle firme false dei Cinquestelle si allarga ogni giorno di più. E se dapprima gli interessati si difendevano parlando di un peccato “veniale” come la semplice ricopiatura delle sottoscrizioni, oggi il caso assume dimensioni ben più gravi. Ci sarebbe, infatti, anche la firma di Fabio Trizzino, ingegnere, marito di Lucia Borsellino, figlia di Paolo, tra le firme falsificate. Ma non solo, Trizzino, chiamato dalla Digos  mentre era a Roma per riconoscere la sua sottoscrizione, ha dichiarato di non aver firmato a sostegno di liste per le elezioni, ma ha ricordato di avere apposto una sottoscrizione a sostegno del referendum abrogativo della legge di privatizzazione dell’acqua.

Sarebbe dunque un nuovo caso – anche un legale e un commercialista hanno raccontato la stessa cosa – che complica la vicenda delle firme false dei Cinquestelle. Inizialmente l’inchiesta, infatti, aveva ipotizzato che per sanare un errore erano state copiate centinaia di firme realmente apposte a sostegno della lista, ma secondo il racconto di alcuni testimoni ci sarebbero anche l’uso fraudolento di sottoscrizioni rilasciate in occasioni che nulla avevano a che fare con le elezioni.

“Ricordo che mi fermò Nuti-  racconta Trizzino – per chiedermi la firma. Escludo fosse per le elezioni, non l’avrei messa, ma si trattava di una causa in cui credevo, come quella dell’acqua. Se si arriverà a un processo – aggiunge il genero di Paolo Borsellino – mi costituirò parte civile perché l’usurpazione di una firma è una cosa gravissima”.

L’indagine, che può contare su tre testimoni chiave e su centinaia di disconoscimenti, è a una svolta e in settimana dovrebbero cominciare gli interrogatori degli indagati che sarebbero una decina. Tra loro anche un cancelliere del tribunale e alcuni deputati nazionali dei Cinquestelle.