Il candidato sindaco di Palermo Fabrizio Ferradelli ha ricevuto un invito a comparire per essere sentito nell’ambito di una indagine relativa ad una ipotesi di voto di scambio per le elezioni del 2012. Lo rende noto lo stesso Fabrizio Ferrandelli. “Rimango sorpreso come, dopo quasi cinque anni,- aggiunge – proprio nel pieno di una campagna elettorale in cui sto registrando grande entusiasmo e partecipazione da parte delle palermitane e dei palermitani per la mia candidatura, si apre un’indagine su di me”, commenta.
“Ho chiesto di essere ascoltato al più presto in modo da chiarire con celerità la mia posizione e di fugare eventuali dubbi sulla mia condotta che è sempre stata improntata alla massima trasparenza ed al rispetto delle leggi – dice Fabrizio Ferrandelli -. Ricordo a tutti che un anno e mezzo fa mi sono dimesso da deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana all’interno della quale rivestivo il ruolo di vicepresidente della commissione antimafia, proprio denunciando l’abbassamento della tensione morale all’interno del parlamento siciliano”.
“Mi preme informare subito i cittadini ed i miei elettori per il grande rispetto che ho per loro ed al tempo stesso rassicurarli della mia assoluta estraneità ai fatti – spiega Fabrizio Ferrandelli -. Quanto accaduto non scalfisce minimamente la mia volontà di concorrere alla carica di Sindaco di Palermo, anzi la rafforza, sapendo di dover lottare con ancora maggiore forza e determinazione per affermare i valori della partecipazione democratica nei quali ho sempre creduto e nei quali voglio continuare a credere”.
L’indagine è coordinata dall’aggiunto della Dda Leonardo Agueci e dai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli. Sarebbe il voto di scambio politico-mafioso l’ipotesi di reato contestata al candidato sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli che ha ricevuto un invito a comparire dalla procura del capoluogo che indaga sulle elezioni del 2012 a Palermo. Allora l’ex deputato regionale aveva appena vinto le primarie del centrosinistra, avendo avuto la meglio su Rita Borsellino per circa 150 voti, quando nel marzo 2012 furono indagati due coniugi, suoi rappresentanti di lista allo Zen, in relazione a presunte irregolarità consumatesi presso il gazebo allestito per le primarie. Nell’abitazione della coppia furono trovati e sequestrati certificati elettorali delle primarie e deleghe per il ritiro degli stessi certificati.
Il comitato dei garanti della consultazione decise di annullare i voti nel seggio, ma di confermare la vittoria di Fabrizio Ferrandelli con 9.790 voti; Rita Borsellino ne ebbe 9.664 e 7.822 Davide Faraone che chiese di azzerare le primarie definite inquinate. Una circostanza che poche settimane dopo indusse Orlando, allora dirigente di Italia dei Valori, a rompere gli indugi e a concorrere per la poltrona di sindaco che conquistò a maggio con oltre il 72% dei consensi, sancendo la rottura con il Pd.