Aveva favorito la latitanza “di un boss di primo piano” e ora è finito in carcere al suo rientro in Italia. Le manette sono scattate ai polsi di Salvatore Sciortino, 32 anni, favarese, catturato all’aeroporto di Palermo al suo arrivo presso lo scalo “Falcone e Borsellino”.
Ad attenderlo ha trovato i carabinieri della Tenenza di Favara, che lo stavano monitorando da qualche mese e lo hanno catturato assieme ai colleghi della Stazione Aeroporto, conducendolo presso il Carcere palermitano ”Pagliarelli”.
“Sul conto dello Sciortino, infatti, pendeva un Ordine di Carcerazione, in quanto deve scontare la pena di un anno ed otto mesi di reclusione, dato il suo coinvolgimento nel favoreggiamento del noto boss della mafia agrigentina Maurizio Di Gati, al quale aveva fornito ”ospitalità” in diverse occasioni, durante la sua latitanza, aiutandolo a nascondersi presso le case rurali nella disponibilità della famiglia dello Sciortino”, dicono gli inquirenti. Il favarese, scarcerato nel 2013 per decorrenza dei termini, mai perso d’occhio dai Carabinieri, dall’inizio dell’anno si era rifugiato in Germania, dove era riuscito a trovare lavoro come cameriere. La svolta però è arrivata alcuni giorni fa. Dal monitoraggio informativo, i Carabinieri hanno intuito che Sciortino stesse per rientrare in Sicilia, probabilmente per trascorrere qualche giorno assieme alla famiglia.
“E’ scattata pertanto un’intensa attività investigativa, che ha consentito ai militari dell’Arma di appurare che il catturando si era imbarcato su un volo diretto dalla Germania a Palermo ed al termine di un servizio di osservazione presso l’area arrivi dell’aeroporto Falcone e Borsellino, alcuni Carabinieri in borghese sono riusciti ad individuare e catturare lo Sciortino, il quale adesso dovrà saldare ”il proprio conto” con la giustizia italiana”. (AdnKronos)