“Il funzionamento dell’amministrazione della giustizia in questo distretto giudiziario nel periodo 1 luglio 2016-30 giugno 2017 può ritenersi nel complesso positivo, ancorché non manchino elementi di criticità”.
E’ quanto emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia dall’1 luglio 2016 al 30 giugno 2017 nel distretto della Corte di Appello di Palermo, firmata dal presidente della Corte Matteo Frasca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018.
“Nell’anno giudiziario scorso, nel settore civile – prosegue -, in presenza di un aumento del 3,2% delle sopravvenienze e di una modesta flessione delle definizioni pari al 2,3%, la pendenza finale era cresciuta di pochissimo, essendo aumentata di appena lo 0,2%; nell’anno giudiziario in esame, in presenza di un aumento del 3,1% delle sopravvenienze e di un incremento delle definizioni pari al 3,8%, la pendenza finale è lievemente diminuita (-0,2%).
Nel settore penale giudicante, nell’anno giudiziario in esame, sono diminuite le sopravvenienze rispetto al periodo pregresso (-3,89%) e sono diminuite anche le definizioni (-16,19%), cosicché la pendenza finale complessiva e’ aumentata dell’11,23%. Nel settore requirente, la diminuzione del 16,82% della sopravvenienza di procedimenti noti e la contestuale diminuzione del 13,64% delle definizioni hanno determinato una contrazione della pendenza finale del 17,97%”.
“Il settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione quest’anno registra un andamento crescente a livello distrettuale: i reati iscritti sono passati da 3.074 a 3.404 con un incremento percentuale dell’11%; alcuni reati toccano valori ben più elevati (per esempio le denunce per concussione da 22 sono passate a 39, quelle per corruzione da 30 a 59)”.
E’ quanto emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia dall’1 luglio 2016 al 30 giugno 2017 nel distretto della Corte di Appello di Palermo, firmata dal presidente della Corte Matteo Frasca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018.
“Il dato numerico distrettuale – continua – permette di affermare che non deve consentire che si abbassi la guardia su questo genere di reati anche perché non può sottacersi il trend in ulteriore ascesa segnalato invece dai Procuratori della Repubblica di Marsala e Trapani. L’azione investigativa svolta dalle sezioni e dai servizi di Polizia Giudiziaria, le puntuali segnalazioni da parte di altre Istituzioni, le crescenti denunzie dei privati e persino i contributi informativi forniti dai mass media evidenziano, infatti, un crescente desolante quadro di illegalità diffusa ed in espansione, tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni, nella gestione della cosa pubblica e nell’impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la Pubblica Amministrazione e nella fruizione – spesso indebita e fraudolenta – di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture. In tale contesto, i risultati conseguiti dai magistrati requirenti sono stati eccellenti e costituiscono l’effetto di professionalità specifiche ormai qualificate e sperimentate”.
“L’associazione mafiosa Cosa nostra continua ad esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio ed il dato statistico conferma un incremento pari al 25% del fenomeno rispetto al precedente periodo di tempo preso in considerazione”.
E’ quanto emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia dall’1 luglio 2016 al 30 giugno 2017 nel distretto della Corte di Appello di Palermo, firmata dal presidente della Corte Matteo Frasca. “L’esito delle recenti indagini ha, ancora una volta, comprovato la piena e costante operatività dell’organizzazione ‘Cosa nostra’ nell’ambito dei settori illeciti che appartengono alla sua tradizionale e sedimentata attività criminale: le estorsioni, il traffico (in significative quantità) di sostanze stupefacenti, il condizionamento degli appalti, nonché l’attività di impresa (non soltanto nel campo ‘elettivo’ dell’edilizia), secondo formule eterogenee, di volta in volta selezionate, dal turbamento della libera concorrenza, fino allo svolgimento, diretto e occulto, di attività economiche di per sé lecite, ma con il consueto ricorso a dinamiche di interposizione fittizia o con la sempre più frequente creazione di vere e proprie ‘società occulte’ con imprenditori disponibili anche se formalmente estranei alla struttura dell’organizzazione criminale”.