Due persone di Favara, in provincia di Agrigento, sono state denunciate a piede libero dai carabinieri della città dei Templi perché ritenute responsabili del danneggiamento della Scala dei Turchi, a Realmonte, la scogliera di marna bianca celebre in tutto il mondo, imbrattata con la vernice rossa.
I filmati della videosorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi. Dal mezzo sono scese due persone trascinando dei sacchi che contenevano la polvere di ossido di ferro. Grazie all’attenta analisi delle immagini i militari sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone. Uno dei due denunciati è un pluripregiudicato, alle spalle condanne per gli attentati terroristici del 2001 alla Valle dei Templi di Agrigento e alla metropolitana di Milano. Sempre lui, lo scorso settembre aveva danneggiato con vernice rossa la scogliera di Punta Bianca firmando il proprio nome e altre scritte in geroglifico. L’uomo risulta essere sottoposto al divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura di Agrigento.
All’origine dell’atto vandalico ci sarebbe un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle forze dell’ordine, e propagandato anche sui canali social. Dopo l’episodio, che ha destato grande sconcerto e clamore in Sicilia e non solo, la Scala dei Turchi è stata ripulita da decine di volontari. Al comandante della compagnia di Agrigento, maggiore Marco La Rovere, sono giunti i complimenti del procuratore agrigentino Luigi Patronaggio.
“Uno dei due – rivela Luigi Patronaggio, procuratore capo di Agrigento – ha diversi precedenti giudiziari e di polizia, compreso un attentato alla metropolitana di Milano e un altro alla Valle dei Templi di Agrigento, e un’altra azione di danneggiamento ai danni della marna di Punta Bianca. Risulta essere già stato sottoposto a misura di prevenzione e da ultimo nuovamente riproposto (proposta tuttavia rigettata dal Tribunale di Palermo) ed è in atto sottoposto al divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura. Come prove a carico dei due denunciati – spiega il procuratore di Agrigento – i militari dell’Arma hanno addotto le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza dei luoghi e l’esito delle disposte perquisizioni domiciliari. Il materiale probatorio raccolto deve essere ora valutato dal pm procedente e successivamente dal giudice competente, ferma restante la presunzione di innocenza per entrambi gli indagati”.