Corruzione e turbativa d’asta nel catanese: otto persone finiscono in manette nell’ambito di un’operazione della guardia di finanza. Tra di loro ci sono il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, un membro della giunta e due dipendenti del Comune.
L’indagine denominata ‘Sibilla’, iniziata nel 2017 porta alla luce quattro diversi episodi di corruzione e turbativa d’asta nella pubblica amministrazione. Barbagallo, secondo gli inquirenti, avrebbe chiesto a un agente compiacente di fare controlli amministrativi su due imprenditori affinché questi si rivolgessero per un ‘aiuto’ al sindaco. Puntava così a chieder loro un appoggio elettorale. “Mag giuva ‘na cosa elettorale (mi serve una cosa elettorale) – chiede il sindaco, finito in carcere, all’agente, secondo quanto riportato nelle intercettazioni – ci po iri pì ‘mpocu spagnarici…accussì mi venunu a ciccari (ci puoi andare per farli spaventare…così mi vengono a cercare)”.
Altro episodio contestato riguarda la realizzazione dell’ampliamento del cimitero comunale di Acireale: durante i lavori, il responsabile della protezione civile presso il Comune, attesta che l’intervento è stato eseguito a regola d’arte. Ma, secondo chi indaga, i documenti firmati dal funzionario sono frutto di un accordo, profumatamente pagato, tra lui il responsabile dell’impresa.Nella certificazione vengono infatti indicate operazioni di verifica strutturale in realtà mai effettuate: anzi, dalle indagini emerge che i quattro verbali di sopralluogo sono tutti stati predisposti nel momento finale della stesura del collaudo dal referente dell’impresa costruttrice, con l’aiuto di un suo consulente tecnico.
Per il controllo finale, il funzionario pubblico fattura alla società 6.600 euro, a titolo di ‘compenso professionale’, sebbene la legge preveda che al collaudatore sia corrisposta solo una indennità in busta paga, proprio al fine di evitare inopportuni contatti con il privato. Infine, le indagini si occupano di incarichi professionali e tangenti relative alla progettazione di impianti sportivi affidati illecitamente dai Comuni di Acireale (Catania) e Malvagna (Messina) al consulente locale del Coni, e ad un ingegnere catanese, sottoposti l’uno a custodia cautelare in carcere , l’altro a gli arresti domiciliari, con l’accusa di turbata libertà degli incanti.