Giovanni Brusca rivela che l’ex ministro Calogero Mannino doveva morire. “Dopo la sentenza definitiva del maxiprocesso cosa nostra aveva intenzione di uccidere magistrati e politici. Dovevamo togliere di mezzo giudici come Falcone e Borsellino, ma anche politici come Martelli, Vizzini e Mannino” – ha dichiarato il pentito deponendo in videoconferenza al processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia.
Rispondendo alle domande dei pg Sergio Barbiera e Giuseppe Fici, l’ex boss di San Giuseppe Jato, ha parlato della “reazione di cosa nostra” dopo la sentenza del maxi che decapitò i vertici della mafia.
“Dopo la sentenza definitiva – ha spiegato Giovanni Brusca – serviva un futuro aggancio politico, e politici come Calogero Mannino dovevano essere tolti di mezzo perché, in parte, non aveva mantenuto gli impegni. Anche se di questo se ne occupava Totò Riina. Poi Mannino andava ucciso perché una volta non si mise a disposizione per un aggiustamento di un processo, quello per l’omicidio del capitano Basile”.
Alla Domanda del pg come avesse appreso queste circostanze Brusca ha replicato: “Queste cose le ho apprese da mio fratello, ma anche da Riina. Il progetto Omicidiario dell’onorevole Mannino fu poi stoppato, a me lo disse Salvatore Biondino. Con Riina non ne parlammo”.