Almaviva: stop ai trasferimenti a Rende, via libera all’accordo al Mise. I trasferimenti dei 398 dipendenti del call center Almaviva Contact dalla sede di Palermo a quella di Rende sono scongiurati grazie all’accordo appena firmato dai sindacati al Mise, alla presenza della viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova.
A confermarlo è Pierpaolo Mischi, segretario nazionale della Uilcom, al termine dell’incontro tenutosi al Mise, sottolineando che l’intesa trovata prevede l’assunzione entro il prossimo 5 dicembre su base volontaria di 295 operatori di Almaviva Contact Palermo, impiegati nella commessa Enel in scadenza a dicembre, da parte di Exprivia, la società che si è aggiudicata la commessa Enel. Gli altri 98 lavoratori rimarranno in Almaviva Contact e la viceministro Bellanova “ha confermato di voler far valere la clausola sociale anche per i 60 lavoratori ex- Exprivia che rischiano il lavoro”, ha aggiunto Mischi.
L’accordo garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali. Exprivia assumerà a tempo indeterminato, con il mantenimento dell’articolo 18 e una ripartizione di 240mila euro fra i lavoratori a fronte dell’azzeramento degli scatti di anzianità e l’inquadramento al terzo livello.
La notizia del raggiunto accordo è ormai ufficiale tanto che non appena è arrivata la firma immediatamente è arrivato anche un Tweet del viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, che da mesi segue la vertenza. “#ALMAVIVA Palermo, dopo mesi di trattative salvati i posti di lavoro. Finalmente la firma dell’accordo!”. Cosi’ su Twitter il viceministro Bellanova, mentre è ancora in corso al Mise un incontro definitivo tra azienda e sindacati.
“Tutti pensano che questa sia una grande vittoria e lo è perché è un provvedimento di civiltà – ha commentato all’Adnkronos Maurizio Rosso, segretario Slc Cgil Palermo – Ma la giornata di oggi deve essere un punto di inizio per ridare a queste settore dignità, prospettiva e una politica industriale seria. Il settore dei servizi può offrire grande sviluppo e occupazione sul territorio ed è ora che governo e sindacati si mettano insieme per far rispettare le regole, soprattutto dai grandi committenti, per rendere questo settore competitivo come nel resto d’Europa”.