Antonio Fiumefreddo cacciato fisicamente via dalla commissione Bilancio di Palazzo dei Normanni. Per l’amministratore unico di Riscossione Sicilia è stata un’audizione ad alta tensione, quella in programma questa mattina all’Ars. Fin dalle prime battute l’avvocato catanese non ha fatto nulla per allentare il clima di diffidenza e ostilità che andava maturando minuto dopo minuto in commissione.
“C’è una parte della politica, anche in questo Palazzo, che è fortemente infiltrata dalla criminalità” – aveva esordito Antonio Fiumefreddo. “Mi trovo in grosse difficoltà sull’aggressione dei patrimoni criminali, dove c’è un filone di attività che rappresenta interessi criminali e sono mediati da ambienti mafiosi e massonici”, aveva il responsabile dell’ente regionale. “Nessuno è mai venuto da me con la coppola e il grembiule, se fosse così semplice non esisterebbero le commissioni antimafia – ha proseguito mentre il presidente della commissione Bilancio Enzo Vinciullo lo incalzava ammonendolo a non fare accuse generiche, – I nomi li farò in Procura. Ma sappiate che esiste una parte di questi interessi che trova tutela anche nella politica, c’è una parte della politica che tutela interessi criminali in questa terra e che ha fatto dell’esattoria una leva di potere. Questa politica si fregia indebitamente dello scranno parlamentare. L’istituzione è fortemente infiltrata”.
Dopo un primo scontro verbale con Vinciullo, Fiumefreddo aveva polemizzato anche con il deputato Totò Lentini che è andato giù pesante. “A luglio, Fiumefreddo dovrà recarsi in tribunale per una imputazione coatta. Io non ho tasse da pagare – ha detto Lentini – e sei lei continua con questi toni, noi soldi non gliene diamo”, riferendosi ai fondi che servono a coprire il buco di Riscossione Sicilia. Immediata la reazione di Fiumefreddo che aveva replicato: “Queste parole hanno un profilo estorsivo, chiedo che questo verbale venga trasmesso alla Procura”.
A questo punto è intervenuto ancora una volta il presidente della commissione Vinciullo: “Lei è venuto qui per provocare… e non glielo consento a casa mia” ha urlato rivolgendosi all’amministratore di Riscossione Sicilia. “Questa non è casa sua è pure casa mia; perché m’interrompe presidente, non vuol sentire i nomi dei politici infiltrati che voglio fare?” – ha urlato l’avvocato Antonio Fiumefreddo. “Sospendo la commissione… portatelo via” – ha replicato Vinciullo.
Allo scambio verbale sono seguiti concitati momenti di tensione. “Mi hanno buttato fuori dalla commissione Bilancio dell’Ars con la forza, sono stato preso fisicamente da alcuni assistenti che si sono persino frapposti tra me e Vinciullo che inveiva e che voleva arrivare alle mani” — ha affermato Antonio Fiumefreddo, praticamente cacciato via dall’Ars. “Sono rimasto per alcuni minuti nel corridoio – ha aggiunto – ma a un centro punto Vinciullo è uscito dalla commissione dicendo che non potevo stare lì e me ne dovevo andare via. A quel punto ho preso l’ascensore e ho lasciato il palazzo”.