Armao partecipa al corteo: “Regione in prima linea per il raddoppio della Ragusa-Catania”

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“La pazienza dei ragusani è finita”, ha detto il sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì, aprendo il suo discorso al termine della marcia lenta organizzata oggi sulla Strada Statale 514 per protestare contro il Governo nazionale che non ha proceduto all’approvazione del progetto esecutivo della Ragusa-Catania.

“Un’autostrada che si aspetta da decenni e che non vede ancora la luce”, affermano i residenti. Ora si aspetta la riunione del Cipe del 13 maggio quando dovrebbe arrivare finalmente il via libera al progetto esecutivo. E proprio per incalzare il governo è stata promossa questa marcia simbolica e ridotta rispetto alle precedenti due edizioni, che ha rappresentato un momento di protesta di tutto il territorio per chiedere con forza il via libero mal progetto.

Afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone: “Chiediamo al Governo nazionale di interrompere la melina in corso e di far seguire alle parole i fatti. La Ragusa-Catania e’ un’opera irrinunciabile che garantirebbe una svolta per il territorio di 3 province”.

“La Regione è in prima linea e non intende mollare sul raddoppio della Ragusa-Catania”. Il vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, al termine della marcia lenta, un corteo che, partito da Ragusa, ha raggiunto contrada Coffa, ha lanciato un appello al ministero delle Infrastrutture, per sbloccare l’iter dell’opera.

“Il governo Musumeci ha fatto tutto quello che c’era da fare per il raddoppio della Ragusa-Catania – ha detto -. Abbiamo introdotto un meccanismo di incentivi delle tariffe autostradali per i residenti nei Comuni interessati, per abbattere i costi a favore di famiglie disagiate, studenti e pendolari. Ma il ministero delle Infrastrutture ancora tergiversa. Abbiamo partecipato a due pre-Cipe e due riunioni Cipe (Comitato interministeriale per lo sviluppo economico) e lo Stato ancora rinvia”.

Il ministero dell’Economia aveva espresso perplessità, nell’ultimo incontro, sulla sostenibilità del progetto di finanza riguardo al pedaggio che risulterebbe troppo oneroso per gli utenti. Ma la Regione, con il trasferimento della sede del concessionario in Sicilia, conta di recuperare 224 milioni di euro da riversare sui comuni per abbattere il pedaggio.

“Ho appreso che dovrebbe esserci una riunione del Cipe la prossima settimana – ha spiegato Armao -. Durante l’ultimo incontro, il presidente del Consiglio si era impegnato affinché il ministero delle Infrastrutture consegnasse i documenti entro lunedì prossimo, ma allo stato non risulta che sia pronto”. Per il vice presidente della Regione siciliana, “il ministero delle Infrastrutture deve dare immediatamente delle risposte e dire cosa vuole fare: se andare avanti con la finanza di progetto, gli incentivi e gli interventi finanziari previsti dalla Regione; oppure cambiare modello e passare a un finanziamento totalmente pubblico”.

“In questo caso, deve dirci come acquisirà il progetto, già di alcuni settori privati e, in secondo luogo, come intende finanziare l’opera, senza toccare risorse già assegnate alla Sicilia del fondo Fsc – ha detto ancora Armao -. Non ci deve essere nessuna rimodulazione delle risorse. In questo caso, lo Stato metta al servizio della Sicilia 400 milioni aggiuntivi del contratto di servizio con l’Anas”.

L’assessore, che la settimana scorsa ha partecipato alla seduta del Consiglio comunale a Ragusa, rivolgendosi ai manifestanti, ha concluso: “Il governo Musumeci è accanto a voi, siamo compatti e uniti per tutelare i vostri interessi. Anche i sindaci stanno facendo un lavoro eccellente, ma a questo punto è il ministero che deve sbloccare l’iter dell’opera”. (AdnKronos)