In manette i fratelli Tuttolomondo. La guardia di finanza ha arrestato Salvatore e Walter Tuttolomondo, ex proprietari della squadra di Calcio del Palermo, e notificato tre misure di obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura interdittiva del divieto di esercitare imprese, uffici direttivi di persone giuridiche o professioni per la durata di un anno a roberto Bergamo, Tiziano Gabriele e Antonio Atria. Sequestrato denaro per 1.395.129,31 euro.
Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio e reimpiego, reati di falso e di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistico della Federazione Italiana Gioco Calcio (COVISOC).
Le indagini hanno preso il via dalla cessione delle quote della US Città di Palermo effettuata nel corso del 2019 al prezzo di soli 10 euro a favore della Sporting Network s.r.l., società controllata dalla Arkus Network s.r.l., riconducibile ai due fratelli Tuttolomondo.
A loro caricosono emersi gravi indizi circa la commissione di reati nel corso dell’acquisizione e della successiva gestione del Palermo Calcio. Le indagini hanno consentito di appurare come i principali indagati – avvalendosi della collaborazione di professionisti e di ulteriori soggetti di fiducia – abbiano saldato debiti fiscali mediante utilizzo in compensazione di crediti fiscali inesistenti, per 1,4 milioni di euro; effettuato false comunicazioni alla COVISOC in relazione all’assolvimento degli adempimenti relativi al pagamento degli stipendi ai dipendenti e al versamento delle imposte; in pendenza di richiesta di concordato preventivo, effettuato pagamenti non autorizzati dal Tribunale di Palermo, per oltre 200.000 euro a favore di professionisti di riferimento in danno degli altri creditori; distratto la somma di 341.600 euro dal conto corrente della società calcistica a favore di una società a loro riconducibile priva di reale operatività, giustificando l’operazione quale anticipo del compenso previsto per l’affidamento di un incarico di consulenza in realtà simulato; provveduto successivamente a impiegare la predetta somma in ulteriori attività economiche, in modo da celarne la provenienza delittuosa.
A giugno del 2019 la US Città di Palermo, non avendo dunque regolato entro i termini previsti, gli adempimenti richiesti sia in materia di pagamento delle imposte sia in merito alla corresponsione degli stipendi e degli emolumenti spettanti a calciatori e dipendenti, non otteneva l’iscrizione al campionato di Serie B, in quanto la Lega Calcio e la COVISOC non ritenevano sussistenti i requisiti minimi previsti dalla normativa in materia.