Ars: addio al voto segreto sui disegni di legge, gli uffici stanno lavorano alla riforma del regolamento interno

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esercizio provvisorio
sala d'ercole

Ars: addio al voto segreto sui disegni di legge anche nell’Aula parlamentare siciliana. Gli uffici dell’Ars, su input del presidente Giovanni Ardizzone stanno lavorando alla riforma il regolamento interno dell’Assemblea regionale. La necessità di una complessiva rimodulazione delle regole interne è indispensabile anche alla luce della riduzione del numero dei parlamentari che dalla prossima legislatura saranno 70 e non più 90.

Ardizzone vuole però cogliere la palla al balzo, inserendo nello stesso disegno di legge l’abolizione del voto segreto sui provvedimenti, prerogativa esercitata in genere dalle opposizioni, ma diventata nel corso della legislatura in corso strumento di ricatto per una maggioranza incerta. “Non sappiamo chi sarà il futuro presidente della Regione – dice Ardizzone all’Agi – ma è arrivato il momento di procedere alla modifica del regolamento adeguandolo alla riduzione del numero dei parlamentari che da 90 diventano settanta. Rimetterò in discussione, e ne sono pienamente convinto, la questione del voto segreto, con l’abolizione di questo strumento, lasciando che sia efficace solo in alcuni casi personali, come avviene adesso nei due rami del Parlamento, e nei consigli regionali. E’ una scelta politica – sottolinea – non lo potevamo fare all’inizio della legislatura, ma ora che non sappiamo chi sarà il futuro presidente della Regione abbiamo il dovere di procedere a questa modifica”.

Gli uffici dell’Ars stanno lavorando al nuovo regolamento in attesa che Ardizzone convochi nei prossimi giorni la Commissione per il regolamento. “Anche qui però – avverte – è richiesta la responsabilità del Parlamento, occorrono almeno 41 deputati in Aula”, numeri di questi tempi un miraggio.

Nel frattempo, nel pomeriggio seduta piatta all’Ars, dove resta al palo il Collegato alla Legge di stabilità regionale, con 71 norme economiche di incerto approdo. La conferenza dei capigruppo infatti ha stabilito che l’esame del testo finanziario riprenderà solo il 4 luglio, a fronte delle difficoltà riscontrate nella seduta di mertedì sospesa per la ripetuta mancanza del numero legale su un emendamento del governo. In assenza di una regia politica e di una maggioranza compatta, la Capigruppo ha stabilito che sarà data priorità alla legge elettorale per le Città metropolitane a cui sta lavorando la Commissione Affari istituzionali che ieri ha dato il primo ok alla norma del ddl in sei articoli, per l’elezione diretta dei sindaci: una impostazione che supera l’elezione di secondo grado precedentemente prevista e da sempre fortemente contestata da FI, Lista Musumeci e M5S. (AGI)