Entro la seduta del prossimo 30 aprile prossimo l’ultima finanziaria della legislatura dovrà essere approvata a Sala d’Ercole dagli parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. E mentre si attende ancora il parere al testo dei revisori dei conti, con pochi margini di spazio per proporre eventuali correttivi, oggi i deputati sono rimasti spiazzati quando si sono visti recapitare dai rispettivi uffici di segreteria i termini per la presentazione degli emendamenti nelle commissioni di merito.
Per esempio, la segreteria della terza commissione ha dato come termine le 13,30 avendone dato comunicazione poco prima delle 13, appena mezz’ora. La quarta commissione avrebbe comunicato alle 12.10 che la scadenza era stata anticipata alle 12.15, mentre la sesta commissione ha fissato come termine ultimo le 14. Insomma, una missione quasi impossibile quella di proporre emendamenti al testo della finanziaria, quando di solito i parlamentari hanno due, tre giorni in modo da avere abbastanza tempo per leggere gli articoli, capire se e dove intervenire, infine redigere e presentare eventuali proposte di modifica.
Tensione e critiche da parte di tanti deputati, ma soprattutto da parte di Carmelo Pullara e Marianna Caronia della Lega-Prima l’Italia che prendono le distanze da Musumeci con una nota di fuoco: “E’ approdata in assemblea, tra mille dubbi tecnici a cominciare dalla tempistica, ossia a pochi giorni dalla scadenza prevista per legge, l’ultima finanziaria del governo Musumeci – scrivono Pullara, presidente della commissione speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi e Caronia, vice presidente della commissione sanità all’Ars e componente della commissione speciale -. Sul fatto che sia l’ultima almeno noi ne siamo certi, parlando sicuramente a nome della maggioranza dei siciliani. Sarà l’ennesima finanziaria fatta di slogan, promesse e impegni non rispettati, illusioni per le diverse categorie anche particolarmente bisognose. A distanza di due-tre anni, c’è un numero di leggi non applicate, a partire da quelle previste nella cosiddetta finanziaria di guerra, quella approvata in piena pandemia, risalente al maggio 2020. Altro che minaccia di dimissioni da parte di Musumeci – concludono Pullara e Caronia – noi approveremmo una finanziaria con un solo articolo: la decadenza del presidente della Regione e della sua Giunta in caso di mancata applicazione entro sei mesi dall’approvazione di una legge”.