Un comma di una sola riga che cancella le Sovrintendenze ai beni culturali della Sicilia. E’ quanto previsto dall’articolo 14 della finanziaria regionale approdata all’Ars. “Sono abrogati gli articoli da 8 a 13 della legge regionale 1 agosto 1977 n.80” si legge nel documento, ovvero la legge che istituiva le Soprintendenze come “organi periferici dell’Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione. Esse sostituiscono, a tutti gli effetti, le Soprintendenze trasferiti alla Regione ai sensi dei decreti del Presidente della Repubblica 300 agosto 1975”. Gli articoli in questione stabilivano anche le funzioni delle Soprintendenze.
“Secondo me cancellare le Soprintendenze ai Beni culturali in Sicilia sarebbe un fatto molto grave. Malgrado alcune difficoltà che ci sono state nel passato, ed errori commessi, hanno rappresentato nella storia d’Italia il baluardo per la difesa del territorio e dei Beni culturali”. Lo ha detto all’Adnkronos Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare in Sicilia, commentando l’articolo della discordia inserito nella Finanziaria che dovrà approdare in aula all’Ars e che prevede, tra le altre cose, la cancellazione delle Soprintendenze. “Abolire questo istituto – dice Tusa – significa abolire una tradizione che è stata positiva”. E fa sapere che “noi Soprintendenti non siamo mai stati avvisati”.
“Mi chiedo se l’assessore Sgarbi sia a conoscenza della presenza in finanziaria di una norma che sopprime le Sovrintendenze e cosa ne pensa. Se queste sono le riforme che il governo pensa di realizzare, l’opposizione sarà durissima. Sia il governo a spiegare cosa comporta questo per la Sicilia”, afferma Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars.
“Musumeci ha presentato una norma nella Finanziaria regionale per cancellare le Sovrintendenze ai beni culturali. Altro che Diventerà Bellissima, con lui la Sicilia Diventerà un Far West”, scrive su Facebook il deputato regionale del Pd Antonello Cracolici commentando il comma dell’articolo 14 della Finanziaria che prevede la cancellazione della legge che ha istituito le Sovrintendenze.
Istituzione dell’Autorità di Bacino
Nella legge finanziaria regionale approdata all’Ars è prevista anche l’istituzione dell’Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia. L’Autorità di bacino, prevista come ente di diritto pubblico, riassumerà in unico organismo le competenze in materia di acque oggi distribuite tra diversi assessorati e organismi con perdita di risorse e capacità progettuale e gestionale. Si occuperà in particolare di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico, risanamento delle acque, manutenzione dei corpi idrici, fruizione e gestione del patrimonio ambientale in osservanza degli obblighi derivanti dalle direttive Ue di settore.
In programma anche alcuni interventi strutturali necessari a rimuovere gli ostacoli che, negli anni, hanno impedito la pianificazione di ambiti sensibili in materia ambientale generando da parte dell’Ue, infrazioni che hanno comportato un significativo aggravio di costi a carico del bilancio regionale. Piano dell’Assetto Idrogeologico, Piano della qualità dell’aria, Piano delle sorgenti elettromagnetiche, Piano dell’inquinamento da Radon, Piano delle aree ad elevato rischio ambientale, Piano generale delle ispezioni degli impianti di competenza della Regione, Piano di mitigazione dell’inquinamento acustico, Pianificazione in materia di aree naturali protette, sono solamente alcuni degli strumenti di pianificazione previsti dalle norme comunitarie di cui la Sicilia risulta ad oggi sprovvista.
“La pianificazione è lo strumento principale e necessario per operare scelte di sviluppo strategico per la Regione – dice l’assessore Toto Cordaro -. Attraverso la legge Finanziaria abbiamo cercato di creare le condizioni per metterci al passo con le altre regioni del Paese, valorizzando al massimo le risorse su cui l’amministrazione può contare”. Quella della pianificazione in materia ambientale, viene spiegato, è un’attività tecnica che richiede il ricorso a personale altamente specializzato su cui la Regione può contare grazie a convenzioni ad hoc stipulate con l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).
C’è anche la deroga alle assunzioni di personale all’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) nella finanziaria 2018, approdata sabato scorso all’Assemblea regionale siciliana e da oggi al vaglio delle commissioni di merito. La deroga consentirà all’Agenzia di dotarsi di unità di personale specializzato e operare alla realizzazione dell’attività istituzionale nel rispetto delle norme tecnico-giuridiche e di quelle economiche. Aspetto quest’ultimo possibile grazie al fatto che l’Arpa è dotata di un bilancio proprio e non grava, quindi, sulle casse della Regione. Nel testo che oggi inizia il suo iter a Palazzo dei Normanni ci sono diverse misure che prevedono interventi strutturali necessari a rimuovere gli ostacoli che, negli anni, “hanno impedito la pianificazione di ambiti sensibili in materia ambientale generando da parte dell’Unione europea infrazioni che hanno comportato un significativo aggravio di costi a carico del bilancio regionale” spiega l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro.