Atmosfere bucoliche e cultura del grano: a Campofelice di Fitalia il tempo che non c’è più

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Campofelice di Fitalia per vivere un tempo che non c’è più. Un video appena realizzato, una mostra fotografica sul paese e il suo territorio, una conferenza sul mondo e la cultura del grano, una degustazione di prodotti tipici locali ed i canti della tradizione siciliana.

Tutto in un pomeriggio, venerdì 22 giugno, dalle 17, nel chiostro della chiesa di San Domenico a Palermo. Sui tavoli per la degustazione si troveranno formaggi, olive, salumi, zabbinata, pani cunzatu, cuddiruni, cucciddata, mammelle e cuccia. L’animazione musicale è curata dal gruppo Auser Leonardo Sciascia.

Si presenta così alla grande città Campofelice di Fitalia, il più piccolo comune della provincia di Palermo, appena 500 residenti. Un incontro nell’ambito delle manifestazioni per “Palermo capitale della cultura italiana 2018”, organizzato dal Comune di Campofelice di Fitalia e col patrocinio della Provincia regionale di Palermo e la collaborazione dell’associazione Museo del grano e della civiltà contadina.

Un comune la cui unica fonte di vita è il grano, l’oro giallo, ed un po’ di allevamento, molto lontano dai frastuoni e dagli stili di vita che caratterizzano i grandi centri, un borgo che per l’esiguità della sua popolazione e la grave crisi economica che lo attraversa rischia l’estinzione, che lotta ogni giorno per sopravvivere. Ma proprio la sua debolezza ed il suo essere piccolo danno anche una prospettiva diversa, costituiscono un punto di forza importante su cui ora si aggrappa la sua comunità per non scomparire.

Campofelice di Fitalia è rimasto fuori da tutti i circuiti turistici e da qualunque sviluppo economico, la qual cosa ha consentito una conservazione pressoché totale della sua identità, del suo passato, di costumi e tradizioni, di feste laiche e religiose, di ricette culinarie tradizionali, di antichi giochi che si sono tramandati nel tempo, di coltivazioni di prodotti freschi e genuini, secondo gli insegnamenti degli anziani contadini. “Una realtà unica – dice il sindaco Pietro Aldegheri – e che non troverete con tutte queste articolazioni da nessuna parte”.

A Campofelice di Fitalia si trova un ambiente gradevole e tranquillo, scandito dai ritmi di una comunità ancora rurale, tanta aria pulita da respirare a pieni polmoni, dove si conduce una vita semplice e serena, i bambini giocano per strada e gli anziani a scopone al bar, dove regna tanto silenzio interrotto in alcune ore del giorno solo dal canto degli uccelli. La primavera colora il paesaggio circostante di tanti colori, principalmente di quelli del grano, di odori e del profumo delle ginestre che arriva sino in paese. Oltre a ortaggi vari, possono acquistarsi direttamente dal contadino ciliegie, olio, olive, frutta secca ed uova fresche e poi formaggi, ricotta, carni e salumi dagli allevatori. Tutti prodotti che ci fanno riscoprire i sapori di una volta. E poi i dolci tipici della nonna ancora fatti in casa: taralle, tetù, savoiardi, mammelle e buccellati.

La ricchezza di cui ancora si deve prendere piena consapevolezza è data dal grano venduto a 20 centesimi al chilo ai commercianti e che invece potrebbe essere trasformato in pane, pasta, farine e derivati e dalle atmosfere bucoliche di un ambiente rurale dove si vive un tempo che non c’è più.