Un pieno troppo caro: sarebbe stato ucciso per questo Nicola Lombardo, il benzinaio di piazza Lolli morto sabato dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola all’addome. A dirlo è stato Mario Di Fiore, il pensionato di 63 anni fermato ieri sera dalla polizia. L’uomo è crollato dopo un interrogatorio fiume in Questura.
Dopo due giorni serrati di indagini, condotte dalla Squadra Mobile, la svolta per il “giallo” di piazza Lolli è arrivata dall’analisi minuziosa delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona, alcune delle quali avevano immortalato anche il numero di targa della Fiat Punto di colore grigio scuro sulla quale si trovavano i killer, ma anche grazie ad alcune testimonianze di residenti della zona.
Di Fiore, secondo quanto ha riferito ai pm, si era fermato al distributore Esso di piazza Lolli intorno alle 15 per fare il pieno di carburante e subito dopo era nata una discussione sul prezzo, che al pensionato era sembrato troppo caro. Lombardo avrebbe preteso l’immediato pagamento e a quel punto l’uomo avrebbe reagito sparandogli un colpo e fuggendo in auto subito dopo. La 7,65 con cui Di Fiore ha sparato è detenuta illegalmente.
Il cerchio si è chiuso dopo due giorni di controlli incrociati e indagini che avevano via via escluso tutte le piste che in un primo momento sembravano prevalenti: da quella di mafia (il distributore Esso appartiene al fratello di Salvatore Nangano, ucciso in un agguato mafioso il 16 febbraio 2013 in via Messina Marine) a quella di una vendetta (Nicola Lombardo avrebbe avuto intenzione di rilevare l’impianto di carburante) fino a quella privata, da cui però non è emerso alcun elemento di interesse.
Lombardo era stato soccorso subito dopo l’aggressione e trasportato all’ospedale Civico, dove era morto sabato sera, dopo un intervento di oltre sei ore. Era sposato e con due figli di 10 e 6 anni.