La Dia sta eseguendo, ad Agrigento ed in altre Province della penisola (Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma), un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla DDA di Palermo, nei confronti di 32 persone ritenute responsabili, tra l’altro, di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.
All’operazione partecipano anche i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento che, nell’ambito del medesimo provvedimento, stanno eseguendo ulteriori 2 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di due persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.
L’operazione Kerkent, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, “ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato”, dice la Dia.
Tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Kerkent” della Dia, anche due fiancheggiatori di Antonio Massimino, considerato l’attuale reggente della famiglia mafiosa di Agrigento.
I carabinieri del Comando provinciale hanno sottoposto ai domiciliari, per sequestro di persona e violenza sessuale, Gabriele Micciche’, 28 enne di Agrigento, ritenuto braccio operativo del boss Massimino, e Salvatore Ganci, 45 enne del luogo, commerciante di auto.
I due avrebbero eseguito un sequestro di persona e una violenza sessuale per volontà del boss. Per il 50 enne Antonio Massimino è scattata invece, presso la Casa Circondariale dove è attualmente detenuto, la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di aver ordinato un sequestro di persona e di avere commesso una violenza sessuale.
Tra gli arrestati anche il capo ultrà della Juventus. Era tornato un anno fa ad Agrigento, lasciando Torino: il capo degli ultrà della Juventus Andrea Puntorno, che figura nell’elenco degli arrestati del blitz antimafia.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla procura di Palermo, l’uomo, già sottoposto a sorveglianza speciale, farebbe parte dell’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato. Il capo dei “Bravi ragazzi” è stato già coinvolto in operazioni contro lo smercio di droga e un vasto bagarinaggio.
L’attività sarà illustrata nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 10 presso il Centro Operativo di Palermo.