Avviso di garanzia per il deputato uscente dell’Ars Edy Tamajo, 41 anni, palermitano di Partanna Mondello, che lo scorso 5 novembre è risultato il più votato nelle liste palermitane: 13.984 preferenze candidato con Sicilia futura che appoggiava Fabrizio Micari.
Tamajo è indagato dalla Procura di Palermo con un avviso di garanzia per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Secondo l’indagine, sarebbero bastati 25 euro per comprare un voto.
Un’inchiesta-lampo, che segue di pochi giorni l’arresto di Cateno De Luca (Udc), l’altro nuovo parlamentare – eletto nella coalizione di centrodestra – finito sotto indagine, a Messina, per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale.
Tamajo era nella lista di centrosinistra Patto dei democratici per le riforme-Sicilia futura. Con lui sono sotto inchiesta altre tre persone: Giuseppe Montesano, Cristian D’Alia, Nicolina D’Alia, ritenuti i suoi galoppini elettorali. L’inchiesta è scaturita dalle intercettazioni effettuate nell’ambito di un’altra indagine, riguardante il candidato sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli, indagato per voto di scambio politico-mafioso: gli accertamenti sono andati avanti per alcuni mesi e hanno abbandonato il personaggio che era stato inizialmente preso di mira, imboccando altre strade, perché, sentendo discutere i politici e i loro uomini di fiducia, gli uomini della Guardia di Finanza di Palermo hanno enucleato una serie di possibili altri reati, a carico di altre persone.
Alle ultime elezioni amministrative a Palermo Edy Tamajo, figlio di Artistide ex dc, ex assessore provinciale e comunale con una lunghissima carriera politica alle spalle, aveva piazzato in Consiglio comunale ben cinque consiglieri con la lista Uniti per Palermo: Valentina Caputo (1.091 voti), Giovanni Inzerillo (3.218), Caterina Meli (2.692), Giuseppina Russa (988), Ottavio Zacco (3.088).
Tamajo sarà ascoltato nei prossimi giorni dagli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Fabiola Furnari, che hanno atteso la chiusura delle urne e poi hanno iniziato a effettuare perquisizioni e sequestri, sentendo a sommarie informazioni gli elettori il cui voto sarebbe stato comprato: alcuni di loro avrebbero confermato di avere preso soldi in cambio della preferenza.
Per Tamajo è possibile anche il giudizio immediato: in tutto, il candidato che appoggiava Fabrizio Micari, all’interno della lista dell’ex ministro Totò Cardinale, ha totalizzato esattamente 13.984 preferenze, 8.038 delle quali prese nel capoluogo dell’Isola. La vicenda apre scenari imprevedibili anche a proposito della regolarità del voto: le intercettazioni a tappeto negli ambienti politici rischiano di scatenare un terremoto e altri candidati sarebbero coinvolti nell’indagine della Procura diretta da Francesco Lo Voi.
Tamajo aveva salutato la propria elezione con un comunicato: “Sono felice – aveva detto – la gente ha risposto a chi sta vicino al territorio, sono stato premiato per la mia trasparenza e onestà. C’è stato un lavoro costante di supporto a tutte le amministrazioni locali vicine a noi. La vicinanza, il parlare senza fronzoli, pagano sempre”. (AGI)