Calatafimi Segesta Festival: le Troiane con barca e l’Antigone diretta da Galassi in prima nazionale

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Per il Catalafimi Segesta Festival. Dionisiache 2017, la manifestazione organizzata dal comune di Calatafimi Segesta, con il Parco Archeologico di Segesta, domenica sera Lina Prosa dirige “Troiane. Variazione con barca” al Teatro Antico di Segesta.

“Troiane. Variazione con barca” riprende le atmosfere de “Le Troiane” di Euripide per parlare in forma originale del crollo umano all’interno della società contemporanea votata al consumismo, all’apparenza e al materialismo ad ogni costo. Nello spettacolo la “Troia” di oggi è Troia Fashion Show, ulteriore ripetizione della città originaria destinata a proiettarsi ciclicamente nel futuro della storia, per cui il presente si trova ad essere il risultato di una catena di Ilio 1, Ilio 2, Ilio3…Una rotazione che semina dolore, distruzione di uomini e cose, ma che è capace di accendere l’utopia di una uscita fuori dal giro. Il testo sostenuto da tale visione mette in moto un meccanismo drammaturgico conflittuale imperniato sulla bellezza femminile: da un lato la bellezza come potenza poetica, dall’altro lato la bellezza come sfruttamento e la sua riduzione a merce. In scena Lei/Bella-Emanuela Muniè ugualmente Ecuba, Andromaca, Cassandra. Come le donne vinte del testo di Euripide si avvia verso la “partenza”, verso la barca tragica, verso il fondo infernale dello “specchio”, simbolo della Troia odierna, della dimora orrifica del carnefice contemporaneo.

Il testo, il mito, l’attualità. Il testo di Euripide è qui un residuo di memoria ma è rimesso in campo come urgenza della riappropriazione di quella bellezza su cui anche gli Dei erano intervenuti gareggiando (Elena e le origini della guerra di Troia). Lo spettacolo è una variazione contemporanea di quella vicenda mitica ma, come dice il titolo, sempre con barca al seguito, come al solito, per la deportazione dei vinti e degli sconfitti di ogni tempo.

La barca/eterna invenzione drammaturgica. Per accedere all’inferno nell’antica credenza bisognava essere trasportati dalla barca di Caronte, l’unico modo per attraversare l’Acheronte, separazione liquida tra il mondo dei vivi e quello dei morti, unico mezzo per superare ciò che umanamente non è possibile attraversare. Del percorso che Ecuba e Lei/Bella dovranno fare verso la barca ciò che drammaturgicamente interessa è la distanza che le separa, seppure in secoli diversi, dalla riva del mare, dalla partenza. Tale distanza è lo spazio creativo del tragico, che permea il testo contemporaneo.

Lo spettacolo è al suo terzo allestimento, quest’ultimo pensato proprio per Segesta. Inoltre la sua preparazione rientra fra i Cantieri d’arte del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2017 e lo spazio in cui Lina Prosa e i suoi attori stanno lavorando è proprio il Teatro Cavallotti, lo stesso teatro che la regista di origini calatafimesi ha contribuito a salvare dalla demolizione e dall’oblio, dopo il sisma del 1968.

Una prima nazionale in esclusiva al Teatro Antico di Segesta lunedì 31 luglio e martedì 1 agosto: l’Antigone di Sofocle nella versione di Roberto Lerici con la regia di Livio Galassi.  Ancora un appuntamento di spicco nel cartellone di Segesta.

Questa nuova traduzione della Antigone di Sofocle è integrale in tutte le sue parti, ma per la versione teatrale sono stati inseriti due brani costruiti con battute tratte dall’Edipo a Colono dello stesso Sofocle. L’inserimento non è soltanto dovuto a una scelta drammaturgica, ma anche all’esigenza di chiarire certi precedenti del mito di Edipo non conosciuti da tutti gli spettatori di oggi. Si tratta del brano che apre lo spettacolo, quando Antigone rievoca la memoria dell’ultimo colloquio con il fratello Polinice, deciso ad assalire Tebe per riottenere il trono che ritiene usurpato dal fratello minore Eteocle. L’altro brano è l’ultimo monologo di Antigone, composto da frammenti che rievocano in parallelo le situazioni e sensazioni della morte di Edipo. In questa versione i personaggi della Guardia, che denuncia e cattura Antigone, e del Primo Messaggero, che annuncia e racconta la morte di Antigone ed Emone, sono stati unificati in un unico personaggio definito il Messo. In effetti la Guardia è un personaggio comico che anticipa i buffoni di corte di tutto il teatro tragico posteriore, con quei suoi modi cinicamente audaci, le sue arguzie verbali osate a tu per tu con il re Creonte, tipiche di chi è abituato a sopravvivere più che vivere. Il Primo Messaggero è una guardia anche lui, ma del buffone di corte ha l’altra faccia, quella tragica di chi ha provato a ridere della realtà, ma ha dovuto smettere, a suo modo sopraffatto dalla spaventosa instabilità del destino umano. Due facce dunque che vedremo riunite in certi analoghi personaggi di Shakespeare e che non è troppo azzardato riunire in questa versione, viste certe affinità del linguaggio presenti nell’originale greco. In questa versione inoltre il Corifeo esprime anche i sentimenti del popolo,
concentrando in se tre funzioni, con più efficace chiarezza drammaturgica. D’altra parte Aristotele nella sua Poetica critica “la poca aderenza del Coro al testo rappresentato”, dicendo che “il Coro va considerato come uno degli attori e dovrebbe partecipare all’azione, come infatti fa, più o meno, nelle tragedie pervenuti fino a noi”, come cita H. C. Baldry nel suo “I greci a teatro”.

Con: Antonio Salines e Barbara Bovoli (nella foto), e con Tonino Tosto, Michele Montesano, Maria Laura Caselli, Geremia Longobardo e la partecipazione di Gianni De Feo. E con i ragazzi del Progetto Pietre Miliari, Comune di Lugo. Progetto in collaborazione con Fondazione Teatro Rossini, Comune di Lugo. Idea scenica e costumi: Saverio Galano. Musiche: Lorenzo Francisci. Produzione:Teatroper e BBTTeatro. Biglietteria: botteghino tel. 0924.953013 – 328.866.37.74 – 388.859.04.66. Info e prenotazioni: 370.137.97.58 – 0924.950.586.