Addiopizzo querela Cottone, dopo le accuse contro Ugo Forello contenute nell’audio diffuso sul web. “Non abbiamo mai avuto la presunzione di essere intoccabili né tanto meno di esimerci dal confronto con gli altri. Ma Addiopizzo non è patrimonio unico di alcuni soci dell’associazione, ma di tutti quei commercianti e imprenditori, cittadini, insegnanti, studenti e istituzioni che si sono riconosciuti in questo progetto concreto di partecipazione e coesione sociale. Appartiene a un’intera città e a tutti coloro che vi si riconoscono. Per questa pluralità di interessi ci siamo sempre posti fuori dalle appartenenze partitiche ed elettorali”.
L’associazione antiracket replica diffusamente agli attacchi contenuti nell’audio captato alla Camera. “Andrea Cottone, l’autore delle diffamazioni contenute nel video – aggiunge in una nota – è stato un nostro socio e ha lasciato Addiopizzo nell’estate 2008. Ascoltarlo ci ha addolorato molto. Un attacco grave, delegittimante e profondamente ingiusto che ci pone davanti a una scelta inevitabile, quella di procedere per vie legali. Questo abbiamo fatto in questi anni: accompagnare centinaia di uomini e donne a esprimere, attraverso la denuncia, il diritto-dovere di esercitare il rispetto di se stessi, innanzitutto”.
Nega Addiopizzo di avere ricevuto soldi dal ministero all’Istruzione. Inoltre – ed è il tema più forte delle accuse subite – non è vero che “i soldi della costituzione parte civile destinate ad Addiopizzo anziché essere utilizzati per le attività sociali finivano nelle tasche degli avvocati”.
Innanzitutto bisogna distinguere fra spese legali e risarcimenti, che vengono stabiliti in sentenza: “Le prime sono regolate dalla legge 512/99, che riconosce alle Associazioni che si sono costituite parte civile nel processo penale accanto alle vittime, la liquidazione delle spese legali, secondo principi di equità. Le spese legali quindi, riconosciute ad Addiopizzo e accreditate sul conto dell’Associazione, devono essere secondo legge girate agli avvocati, perché non sono somme dell’associazione, ma denaro-parcelle stabilite dai giudici a titolo di refusione di oneri professionali. Per quanto riguarda i risarcimenti, Addiopizzo ha materialmente percepito soltanto 10 mila euro per danni riconosciuti in sede di giudizio. Dal 2009 infatti, con l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza, è stata esclusa la possibilità per le associazioni e gli enti pubblici di accedere al fondo vittime di mafia, che fino ad allora pagava i risarcimenti a loro riconosciuti. Quindi Addiopizzo dalle costituzioni di parte civile non riceve un euro da poter utilizzare per le proprie attività”.
E non è vero che “erano sempre gli stessi a fare gli avvocati”. Il rapporto tra cliente e avvocato, spiega, “è un rapporto fiduciario. E’ legittimo, e anche abbastanza scontato, che scegliessimo avvocati interni all’associazione peraltro con competenza in materia. Due anni fa Ugo Forello ha lasciato l’associazione e da quando ci ha annunciato la sua candidatura non ha più avuto da Addiopizzo alcun incarico professionale. Oggi, l’associazione si avvale anche di avvocati esterni alla compagine associativa”.