La corsa alla presidenza della Regione diventa sempre meno un rebus, anzi un caos. Perché di questo passo il rebus che è caos e con le elezioni alle porte lo risolverà direttamente il Movimento 5 Stelle a cui centrodestra e centrosinistra colpiti, a quanto pare in modo irreversibile dal caldo estivo, consegneranno definitivamente Palazzo d’Orleans. E Giancarlo Cancelleri potrebbe diventare presidente della Regione semplicemente dicendo grazie ai suoi diretti oppositori, i quali tra incomprensioni, mezze liti, riunioni inconcludenti e in attesa di Angelino Alfano che decida dove andare, stanno lasciando campo libero offrendo uno spettacolo politico che ai siciliani interessa pochissimo.
Mentre Nello Musumeci, sostenuto da Fratelli d’Italia, Noi con Salvini e da pezzi di Forza Italia, e Gaetano Armao, supportato dal Cavaliere e appoggiato dall’Udc di Cesa, dal movimento Siciliani Indignati e dagli autonomisti di Raffaele Lombardo dividono il centrodestra, con Musumeci che mai accetterà la proposta del commissario di Forza Italia di ticket per fare da vice presidente ad Armao, si dice pronto a volare ad Arcore il commissario regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, per riuscire a trovare la quadra e scegliere il nome su cui puntare per la Presidenza della Regione. In Sicilia, dopo l’endorsement di Silvio Berlusconi a favore di Gaetano Armao, leader del movimento #Sicilianindignati, sostenuto proprio da Miccichè e considerato “più moderato” rispetto a Nello Musumeci, il centrodestra rischia di presentarsi al voto spaccato alle prossime elezioni, esattamente come nelle elezioni del 2012. Sale la tensione dentro Forza Italia con i deputati Figuccia, Falcone e Assenza che hanno dichiarato di stare con Musumeci.
“Se alla fine Forza Italia appoggia Musumeci resto, altrimenti sosterrò le liste di Nello, se mantiene la sua candidatura. In caso contrario torno a tempo pieno alla mia professione, mai abbandonata”, afferma Giorgio Assenza, deputato regionale azzurro, Il deputato che è anche presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ragusa, della Commissione del Mediterraneo, della Federazione degli ordini forensi d’Europa e componente dell’Ocf, organismo congressuale, organo di rappresentanza politica dell’Avvocatura, aggiunge: “In caso Musumeci dovesse ritirarsi tornerò ad occuparmi con più energia di politica forense, che tanto mi gratifica”. Assenza ha scritto oggi una lettera aperta a Musumeci dove lo incoraggia a proseguire anche senza il sostegno di FI e alcuni partiti minori come Cantiere popolare, Udc, Mpa, che in questa fase fanno da satellite alle decisioni del coordinatore azzurro Gianfranco Micciche, fin dall’inizio al lavoro per ostacolare un consenso unitario del centrodestra su Musumeci.
Vincenzo Figuccia ormai non lascia passare giorno senza attaccare Miccichè: “Berlusconi tolga l’incarico a Miccichè, abbiamo bisogno di una guida che ascolti e non di un commissario che sta facendo implodere il centrodestra”, attacca il deputato regionale azzurro che aveva organizzato per martedì una conferenza stampa invitando proprio Miccichè, che a quanto pare avrebbe declinato.
Cantiere popolare di di Saverio Romano un po’ sta a guardare un po’ invita Forza Italia, “primo partito della coalizione”, ad avanzare una proposta. “Su quella coinvolga gli altri partiti in un confronto sereno e costruttivo”, afferma Romano, pronto a formare le liste di Cp dopo la riuscita della kermesse politica di metà luglio a Cefalù, ma con il flop delle amministrative a Palermo. Romano smentisce di veti nei confronti di Musumeci, parlando di “fantapolitica”.
“E’ essenziale fermarsi un attimo e riaprire il dialogo con tutte le forze politiche alternative al disastroso governo Crocetta. Non mi arrendo all’idea di spaccare il centrodestra e consegnare la Sicilia, e poi l’Italia, ai Cinque Stelle, sapendo di avere tutte le carte in regola e gli uomini giusti per vincere ed offrire ai siciliani un futuro migliore”, ribadisce a tarda sera Gianfranco Miccichè che aggiunge: “Dobbiamo resettare incomprensioni ed eventuali malintesi, e sederci tutti attorno ad un tavolo serenamente, sapendo che l’unico veto accettabile è il veto alla sconfitta. Lo dobbiamo ai tanti siciliani che guardano con speranza alla proposta politica del centrodestra, lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo alla Sicilia, e dobbiamo farlo presto”.
Riunione per i vertici regionali del Movimento #Diventera’Bellissima. Nel corso dell’incontro è stata affrontata la strategia per la presentazione delle liste elettorali a sostegno della candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione in occasione delle prossime elezioni. E’ stato anche dato il via alla campagna promozionale della candidatura che partirà nelle prossime ore in tutte le nove province. Da parte del Movimento si è ribadito l’auspicio “a non disperdere la grande opportunità di garantire ai siciliani un governo credibile e autorevole, senza cadere nel rischio di divisioni inutili e dannose, che la gente non capirebbe”.
L’incognita di Alternativa Popolare potrebbe, invece, sciogliersi giovedì, nel corso di una conferenza stampa all’Ars, quando gli alfaniani dovrebbero presentare il programma ed il loro candidato che, secondo quanto apprende ITALPRESS, dovrebbe essere l’europarlamentare Giovanni La Via. Sarebbe questo l’esito di un vertice del partito, tenuto nel pomeriggio a Roma. Gli alfaniani, favorevoli all’alleanza con il centrosinistra, spingono ancora per un candidato politico e dicono no all’ipotesi del rettore Fabrizio Micari, sostenuto dal sindaco Leoluca Orlando in nome del “modello Palermo”. Fabrizio Micari avrebbe incassato anche il via libera da Mdp e Sinistra italiana, i quali però non vogliono accordi con Alfano, ma il suo nome non appassiona molti dirigenti locali del Partito democratico. Un patto nel centrosinistra oggi appare più che difficile perché Alfano non intende rinunciare a un suo “moderato” (La Via), mentre l’ipotesi Micari non prevede accordi con gli alfaniani sui quali Mdp e Si hanno posto il veto.
In questa situazione di stallo il presidente uscente Rosario Crocetta cerca di smuovere, accelerando la sua campagna per il voto del 5 novembre. In giro per l’isola sono comparsi i primi manifesti del governatore con il suo volto e la scritta “la Sicilia ai siciliani”, col simbolo del Megafono, il movimento fondato da Crocetta cinque anni fa. Nessun riferimento esplicito alla sua ricandidatura, più volte ribadita, ma una chiara mossa per tentare la volata mentre al Nazareno si sta cercando di chiudere l’accordo di coalizione per un “campo largo”.