L’inchiesta di Firenze sui concorsi truccati all’Università coinvolge anche la Sicilia e l’Ateneo di Palermo. Tre i docenti indagati e raggiunti dal provvedimento di interdizione dall’insegnamento chiesto dalla Procura fiorentina. Sono nomi noti nel Capoluogo siciliano, si tratta, infatti, del professore Salvatore Sammartino, di Daniela Mazzagreco e di Maria Concetta Parlato, figlia dell’ex docente di Scienza delle Finanze Andrea Parlato, anche lui indagato. Coinvolto un quarto professore palermitano, Alessandro Filippo Cimino, insegnante alla Kore di Enna.
Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Firenze, la vicenda nasce e si evidenzia con il tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un terzo soggetto in possesso di un curriculum notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.
Gli approfondimenti investigativi sui concorsi truccati effettuati dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario – alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per le procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore scientifico diritto tributario – finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.
L’operazione delle Fiamme gialle, eseguita su tutto il territorio nazionale, ha portato all’esecuzione di 29 provvedimenti cautelari nei confronti di docenti universitari (7 agli arresti domiciliari e 22 interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi) per reati di corruzione e più di 150 perquisizioni domiciliari presso Uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali. Nei confronti di altri 7 docenti universitari, il gip si è riservato la valutazione circa l’applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio degli stessi. Sono 59 in tutto gli indagati.
Sul coinvolgimento dell’Università di Palermo è intervenuto il prorettore vicario Fabio Mazzola. “L’ateneo ha formulato una richiesta di informazioni ufficiali alla Procura della Repubblica di Firenze. Ove fossero confermate eventuali misure cautelari a carico di docenti in servizio presso l’ateneo, tali da incidere con il regolare assolvimento dei compiti istituzionali da parte degli stessi, verranno adottati i conseguenti più opportuni provvedimenti”.