Confapi lancia il bollino blu per sancire un patto educativo tra scuole e aziende

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Confapi lancia il bollino blu per sancire un nuovo “patto educativo” tra scuole e aziende. Una vera e propria certificazione per le imprese che fanno alternanza scuola e lavoro, strumento pensato per rendere flessibili i percorsi formativi scolastici, capace di combinare lo studio teorico d’aula con forme di apprendimento pratico svolte in un contesto professionale.

L’aggiornamento professionale è indispensabile ad ogni età ed i ragazzi che si immettono nel mondo del lavoro devono essere competitivi e cogliere tutte le possibili occasioni formative che vengono loro offerte. Per questo, in un mondo che si evolve e si trasforma a ritmi incalzanti, l’attenzione dell’impresa alla formazione ed ai progetti di alternanza – lavoro è un segnale importante.

Per il responsabile organizzativo Confapi Sicilia, Francesco Napoli, “la collaborazione tra mondo della formazione e imprese è di fondamentale importanza, ma c’è bisogno che imprese e scuola comincino a dialogare concretamente”. Quando le imprese partecipano fin dall’inizio, cioè dalla fase di coprogettazione dei percorsi di alternanza, i risultati formativi si vedono, e sono tangibili. “Propongo di realizzare passaporti per certificare le competenze acquisite dagli studenti formati “on the job” – aggiunge Napoli – ma credo sia altrettanto giusto riconoscere anche “un bollino blu” alla qualità e all’impegno educativo delle aziende, troppo spesso silenzioso e sottotraccia. L’Impresa che ottiene il bollino blu potrebbe vedersi riconoscere maggiori incentivi, normativi ed economici, che riducano la burocrazia e permettano a uno studente di entrare in azienda senza stravolgerne l’organizzazione, ma apportando un valore aggiunto a lui e all’impresa stessa”.

Insomma, si tratta di sancire “un nuovo patto educativo”. Per questo motivo, le aziende che aiutano di più gli istituti e i ragazzi a crescere meritano un riconoscimento. Una sorta di patente che ne certifichi la qualità e l’impegno educativo. “E sarebbe bello che questo riconoscimento fosse dato dalla Regione, magari creando un albo regionale con le migliori pratiche dell’alternanza. Sono convinto – sottolinea Francesco Napoli di Confapi – che le settimane trascorse in azienda non servono banalmente a mettere solo in pratica ciò che si impara a scuola, ma rappresentano un percorso di conoscenza di sé, di quella dimensione che è il lavoro, che sarà centrale per tutto il resto della loro vita. L’esperienza si sta dimostrando efficace. Un vero e proprio scambio di crescita che consente anche alle imprese di avere a disposizione le risorse umane e le competenze professionali necessarie, soprattutto in una prospettiva di evoluzione all’Industria 4.0”.

“Entrando in fabbrica i ragazzi avvertono il valore e vivono spazi e tempi, osservano da vicino tecnologie produttive e modelli organizzativi che vanno a integrare necessariamente la loro formazione scolastica, perché l’apprendimento continuo e la ricchezza delle esperienze saranno la chiave del successo delle loro storie professionali”, aggiunge Napoli.

Il punto è che il cambiamento viaggia veloce e la scuola, da sola, non riesce senza un coinvolgimento delle pmi. Di qui l’importanza di “un successivo sforzo educativo”, per dare ai ragazzi la giusta preparazione: “Una Formazione 4.0”. Ma al tempo stesso c’è bisogno anche di flessibilità, soprattutto mentale, per gestire il cambiamento e saperlo interpretare.

“Gli imprenditori non possono prescindere dal capitale umano e in questo l’asse scuola-imprese è strategico. Già prima della legge 107, infatti, – conclude Napoli – la piccola e media impresa ha svolto un processo educativo “silenzioso”. Processo che non può prescindere dal coinvolgimento delle Pmi, che “sono la spina dorsale del Paese, e hanno un legame molto stretto con istituti scolastici e territori”. In fondo la partnership con le scuole è per l’impresa un’opportunità e al tempo stesso una grande responsabilità.