Maggioranza debole, riforme al palo, scarsa tenuta dell’economia, disattenzione verso le imprese, malessere sociale, con una politica che frena la crescita e una finanziaria insufficiente, definita “preelettorale”. E’ in gran parte negativo il giudizio di Confindustria Sicilia dopo cinque anni di governo Crocetta, cui pero’ viene riconosciuto il merito di avere raddrizzato la barra dei conti della Regione. Cosi’, guardando al futuro, ciò che dovrebbe caratterizzare l’impegno dei nuovi attori politici che usciranno dalle Regionali, a partire dal prossimo governatore, “è fare in modo che chi vince le elezioni governi con una maggioranza d’aula, cosi’ che l’alibi che non si possono fare le riforme, perché non si ha il numero sufficiente di deputati che le votano, cada”, afferma il presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, a Palermo, a margine di un convegno sull’export siciliano.
Dal 9 maggio l’Ars sarà alle prese con una maxi Finanziaria bis, dopo il tormentato varo della manovra snella appena pochi giorni fa, che ha messo a dura prova ancora una volta maggioranza ed esecutivo. Soprattutto nell’Isola il 5 novembre si svolgeranno le Regionali, in un quadro politico spaccato, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. “Coalizioni e organizzazioni di movimenti e partiti – sollecita Catanzaro – assegnino a un governatore l’onere del governo e a un’altra parte l’onere del controllo e della vigilanza, facendo cadere gli alibi. Speriamo che su questi argomenti trovino un’intesa gli attori della politica che hanno il primato delle scelte”. (AGI)