“Contrordine compagni”. Annullate le primarie di Agrigento, sconfessata la scelta del popolo dei gazebo che aveva incoronato il berlusconiano pentito Silvio Alessi, si ritorna all’antico. Il partito democratico ha deciso, sarà il deputato nazionale e politico di lungo corso Angelo Capodicasa a scendere in campo per provare a vincere le elezioni amministrative nella città dei templi.
Ufficialmente è stata l’intera coalizione delle primarie a dire “si” alla proposta di candidatura del deputato piddino a sindaco. Il via libera è arrivato dopo una lunga riunione. In realtà si è trattato di una scelta obbligata dopo il caos scaturito dalla vittoria nei gazebo del presidente dell’Akragas, sponsorizzato dal vicecoordinatore regionale di Forza Italia Roberto Gallo Afflitto e dall’ex miccicheiano Michele Cimino. Una candidatura, quella di Alessi, che aveva suscitato un vespaio di polemiche e costretto i vertici siciliani del Pd ad annullare le primarie.
E così, dopo una serie di attestati di stima e pacche sulle spalle, Alessi si è preso qualche giorno di tempo per decidere se rinunciare o meno alla candidatura. In una nota il cartello “Agrigento 2020″ ha sottolineato il ruolo da protagonista della “strana” aggregazione nata intorno ad Alessi. Il summit che ha deciso ad Agrigento di candidare Capodicasa, infatti, ha visto la partecipazione di Angelo Capodicasa, Maria Iacono, Giovanni Panepinto, Nelli Scilabra, del presidente del Pd regionale, Marco Zambuto, e del segretario provinciale, Giuseppe Zambito; per il Megafono era presente il vicepresidente della Regione Sicilia, Mariella Lo Bello e Maria Grazia Brandara; per il Pdr, il segretario regionale Michele Cimino, il coordinatore provinciale, Paolo Ferrara; per il Patto per il Territorio, Piero Macedonio. Insomma, tutti gli artefici di quello che era stato subito battezzato il “pasticcio agrigentino” hanno dovuto fare dietrofront e ripiegare su una candidatura che già viene definita da alcuni competitor una “minestra riscaldata”.