La zona gialla da lunedì per la Sicilia, con l’ordinanza del ministro della salute Roberto Speranza, semplifica, per molti versi, il lavoro del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dall’inizio di agosto obbligato a una serie di ordinanze che avevano messo in piedi un sistema di catalogazione dei territori a rischio a macchia di leopardo.
La zona gialla era già stata anticipato dal provvedimento dello scorso 22 agosto, quando per 55 Comuni dell’isola con una bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60% del totale della popolazione vaccinale e con una incidenza di contagi in sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti, furono decise una serie di restrizioni, come un tavolo permanente tra Asp e sindaci per raggiungere i target di immunizzati, l’utilizzo di mascherine all’aperto nei contesti di presenza di molti cittadini (ad esempio le strade) e il divieto di assembramento in pubblico e le misure di contenimento per gli eventi privati (tampone nelle 48h antecedenti).
“Se nella terapia intensiva dei nostri ospedali vanno quasi tutti i non vaccinati, si vuole finalmente prendere contezza della necessità di proteggersi? La mia ordinanza sulla vaccinazione in 55 Comuni più esposti e’ operativa. Valuterò se estenderla a tutti i centri sotto i parametri di immunizzazione, a prescindere dalla diffusione del contagio. Non si può subire ancora l’egoismo di una minoranza e l’ipocrisia di qualche politico alla ricerca di facile consenso. Dobbiamo tutti e presto tornare alla vita normale”.
I 55 comuni siciliani sotto osservazione sono nell’Agrigentino: Licata, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa; nel Nisseno: Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi (zona arancione), Riesi; nel Catanese: Aci Castello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde, Viagrande; nell’Ennese: Barrafranca (zona arancione), Piazza Armerina, Pietraperzia (zona arancione; nel Messinese: Pace del Mela, Rodi’ Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Villafranca Tirrena; nel Palermitano: Capaci, Cinisi, Terrasini; nel Ragusano: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso (zona arancione), Ispica, Vittoria (zona arancione); nel Siracusano: Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino; nel Trapanese: Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Custonaci, Pantelleria.
La misura della zona arancione per Comiso e Vittoria nel Ragusano – che si aggiungono a Barrafranca, Niscemi, Pietraperzia nel livello di allerta e di restrizioni – è stata presa venerdì. I numeri del Covid, infatti, continuano a salire e il comune di Vittoria è quello che sta pagando – in provincia di Ragusa – un prezzo altissimo sia per contagi, sia per numero vittime. E l’età media si sta abbassando. Delle 2.567 persone positive al Covid venerdì in provincia, 1.116 erano a Vittoria e questo dato ufficiale non contempla tutte le persone che hanno effettuato il test anticovid “fai da te” senza comunicarne esito all’Azienda sanitaria provinciale e i test in libera vendita che nelle farmacie e nei supermercati vanno a ruba. Un ulteriore elemento di preoccupazione a Vittoria – comune sciolto per mafia -, è dato dalla campagna elettorale “perenne”; dopo tre rinvii del voto causa pandemia, a ottobre a Vittoria si dovrebbe votare.