Crocetta lancia la sfida a Pd e centrosinistra: “Mi candido da leader che ha salvato la Sicilia”. Video

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Il presidente della Regione in carica Rosario Crocetta rompe gli indugi, getta definitivamente la maschera e sfida tutti. Ovvero tutti coloro che si riconoscono nell’attuale governo regionale, nei partiti che lo sostengono a partire dal Pd e alla intera coalizione di centrosinistra, nonostante i numerosi mal di pancia e la contrarietà dei suo stessi alleati.

“Mi candido ad essere il naturale leader rappresentate di governo che ha salvato la Sicilia. E’ legittimo che da parte mia ci sia una riproposizione. Mi candido per portare avanti le istanze di liberazione da ogni prepotenza che subisce da decenni il popolo siciliano. Mi candido contro i complotti e gli intrighi della politica politicante che vuole affossare la prima esperienza popolare-progressista che la Sicilia ha avuto dal 1946. Mi candido per respingere il ritorno a quel passato che ha devastato la Sicilia e i vecchi politicanti che vogliono perseguire tale via”, sono le parole del governatore della Regione Siciliana Crocetta che ha di fatto ufficializzato la sua ricandidatura a Palazzo d’Orleans alle regionali siciliane del 5 novembre nel corso di una affollata conferenza stampa nel comitato del Megafono, poche ore dopo il nuovo no del presidente del Senato Pietro Grasso a una candidatura per i pressanti impegni istituzionali. “Mi candido come cinque anni fa a luglio, con un megafono, delle scarpe da tennis e uno zainetto. La Sicilia è dei siciliani e non delle cricche che la hanno devastata”, ha chiosato Crocetta.

“Sono passato attraverso una selezione democratica, cioè il voto dei cittadini, non attraverso la raccomandazione del capo corrente di turno e questa coalizione ha vinto. La mia candidatura è un proposta a tutta la coalizione, ma principalmente al mio partito, il Pd”, ha detto il governatore Rosario Crocetta  “Mi candido – ha continuato – per impedire che l’avventurismo incompetente e irresponsabile riporti la Sicilia nel baratro. In questi anni di governo abbiamo salvato la Sicilia facendola ripartire. Mi candido perché il presidente della Regione non può essere scelto attraverso le congiure di palazzo degli uomini di sempre che hanno gestito il vero potere della Sicilia. Mi candido per contribuire a costruire una coalizione democratica e progressista che realizzi pienamente il programma di governo lanciato cinque anni or sono dalle ragazze e dai ragazzi che hanno dato origine al Megafono”.

Crocetta si dice pronto alle primarie e a sfidare quei settori del Pd che vorrebbero voltare pagina, anche in considerazione dei malumori centristi. Per Crocetta “non si può dire facciamo prima la coalizione e dopo scegliamo i candidati, la coalizione c’è ed è quella che attualmente è al governo. Sono per un allargamento a sinistra del Partito democratico, i movimenti civici vanno bene, ma se mi consentite non sono quelli del tavolo palermitano, dove c’è gente che ha preso parte a dieci partiti. Perché il “metodo Palermo” sponsorizzato dal sindaco Orlando non è altro che quello che ho realizzato io cinque anni fa e che sto riproponendo oggi. Orlando si è candidato e i partiti lo hanno seguito con la differenza che io i partiti non li disprezzo e non faccio finta di non averli nella coalizione che mi appoggia”, ha chiarito Crocetta che ha aggiunto: “Non vado a bussare alla mensa del ricco epulone, non sono abituato a fare il ruffiano e il prestanome di nessuno. Ho una mia storia che parla per me. Quale è il metodo Palermo? Quello di Orlando che si incontra con Vizzini e Cardinale e poi dice che con lui ci sono movimenti civici – ha aggiunto -. E’ una rappresentazione surrealista dirlo. I movimenti civici del tavolo di Palermo? Ognuno di loro ha fondato almeno dieci partiti”.

E poi Crocetta ha voluto provocare i suoi alleati: “Sono pronto anche alla sfida delle primarie. Ma qui la questione principale è che il centrosinistra attende il messia e non prende una decisione. Non c’è una coalizione perché il Pd non decide su nulla, né sui criteri della scelta del candidato, né sul merito delle candidature, e più che occuparsi di formare una coalizione finora ha fatto i viaggi della speranza. Mi pare invece che qui si attende Godot, che non arriva mai, che ci sia un autolesionismo e un mancato coinvolgimento della società sulla scelta delle candidature. Sono pronto anche a fare le primarie e a sfidare chiunque, Davide Faraone, Giuseppe Lupo, i centristi e chiunque si candidi. E’ una sfida democratica, non lascerò che decidano quattro capi corrente a Roma. Io faccio proposte e spero che siano ascoltate, è inusuale che il presidente uscente non sia ricandidato ed è assurdo che non si tenga in conto che c’è un presidente in carica, lo trovo ingeneroso dopo che c’è stata una valutazione positiva del governo nell’ultima riunione del Pd”, ha sottolineato Crocetta.

“Voglio primarie con regole certe, vere e democratiche e non primarie truffa. Consultazioni in cui i cittadini possono scegliere democraticamente. Non accetto veti preventivi da parte di nessuno”, ha sottolineato Crocetta, tornando a parlare della possibilità di celebrare le primarie nell’Isola per la scelta del candidato governatore dell’Isola alle regionali d’autunno. “Voglio primarie vere – ha affermato Crocetta – dove ci sia un presidente di seggio professionista e non un capo corrente e pretendo di essere garantito rispetto al voto. Lo scherzetto che hanno fatto a Gela, dove la corrente Emiliano aveva stravinto e il risultato si è fatto annullare con uno stratagemma, non deve più avvenire. Non accetto veti preventivi da parte di nessuno e chiedo primarie con regole democratiche e certe”. Crocetta ha poi riaperto la polemica di qualche giorno fa con il presidente dell’Assemblea regionale del Pd Giuseppe Bruno che aveva criticato l’operato della giunta del governatore: “Bruno è espressione di una sottocorrente renziana, dovrebbe stare più zitto di tutti visto che è stato mio assessore e sicuramente non tra i più brillanti, vi ricordo il martirio della povera Nelly (Scilabra, già assessore alla Formazione, ndr) e la questione Garanzia giovani. Avrei da dire e polemizzare su tutti, non solo su Bruno, ma sicuramente nessuno di questi personaggi può dire che non ha partecipato al governo. Quindi, o questa gente ha fallito, o parta con più onestà dalla valutazione che il governo ha invece lavorato bene”.

 “Se mi candido da solo prendo tra il 22 e il 24 per cento”, è la stima del presidente Crocetta. In caso di frattura insanabile, potrebbe anche correre decidendo di impugnare, da solo, il suo Megafono. Una vera e propria grana per il Pd e il centrosinistra. “Ho fatto un confronto con altri candidati del centrosinistra e vi assicuro che non c’è alcun confronto. Per questo voglio primarie vere”, ha proseguito il governatore il quale ha assicurato che ci sarà una lista Megafono per le regionali. Per quanto riguarda l’altro movimento a cui Crocetta ha dato vita “Riparte Sicilia”, il presidente della Regione ha precisato: “Sarà un contenitore più centrista che apre alla società civile e che accoglierà le altre forze che vogliono scendere in campo e fare una lista di appoggio. Credo che ci siano le condizioni perché si possano presentare almeno due liste”.