Una legge di stabilità per affrontare l’emergenza coronavirus nei suoi effetti devastanti per l’economia. E’ questo l’obiettivo che si è dato il governo Musumeci che ieri ha varato una “impostazione” che sarà’ “verificata con i capigruppo” di coalizione e di opposizione.
In ogni caso l’esatta conformazione della finanziaria d’emergenza della Regione Siciliana è appesa alle decisioni dell’Eurogruppo, dove si sta cercando l’accordo su come rispondere allo choc economico provocato dal coronavirus.
A fornire il quadro sulla manovra regionale è stato l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, nel corso del suo intervento all’Ars. “Un esito dell’Eurogruppo favorevole all’Italia che da’ margini finanziari fino a cento miliardi, da’ maggiore spazio al governo nazionale per potere accogliere più di una delle nostre proposte, se invece a Bruxelles chiuderanno le porte all’Italia i margini saranno molto più bassi” – spiegato.
L’assessore all’Economia ha ricordato che sui bilanci delle regioni a Statuto speciale era in programma un incontro, “tra mercoledì e giovedì”, con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il vice ministro dell’Economia Misiani, ma il protrarsi delle trattative in sede europea potrebbe far slittare ulteriormente il confronto. “Attendiamo l’esito dell’Eurogruppo per avere un riferimento più chiaro – ha ribadito Armao -. Dopo l’incontro con Boccia e Misiani saremo in grado di capire la perimetrazione dello spazio entro cui possiamo spingerci”.
Il vice presidente della Regione ha spiegato che il governo si sta muovendo nell’impostare una legge di stabilità che utilizzi al massimo le risorse europee, orientandole verso “le classi disagiate e le imprese”. Un bilancio “proiettato alle emergenze per dare una boccata d’ossigeno al sistema economico.
La trattativa che Palazzo d’Orleans intende avviare con Roma riguarda quattro fronti: nei piani del governo regionale le richieste, se accettate, dovrebbero consentire di ottenere le risorse economiche necessarie al varo della manovra. Lo snodo centrale è il contributo di risanamento alla finanza pubblica, pari a un miliardo, il governo regionale punta all’intera posta in palio ma chiede di potere trattenere “almeno settecento milioni di euro” nelle proprie casse.
Altri 170 milioni di euro potrebbero arrivare dalla richiesta di estensione alla Sicilia della moratoria sui mutui con il Mef, che si aggiungerebbero ai cinquanta milioni già ottenuti per i mutui con Cassa depositi e prestiti.
Tra le richieste anche il differimento al 2021 dello ‘split payment’, l’Iva forfettaria da versare allo Stato: da questa voce la Regione punta a incassare 142,5 milioni di euro. Altri 421 milioni di euro, infine, arriverebbero dal “differimento” della compensazione della quota di disavanzo: “Una scelta che, ci rendiamo conto, peserebbe sul futuro ma l’attuale mancanza di risorse rischierebbe di bruciare per sempre le imprese”.
Nel piano del governo Musumeci c’è poi la possibilità di utilizzare la quota di compartecipazione regionale ai fondi comunitari inserendola nei Programmi operativi complementari.