Partono dalla Sicilia le missioni “coperte” degli Stati Uniti in Libia e in Tunisia. Lo scrive l’analista militare Franco Iacch sulla testata giornalistica online PRP Channel, spiegando che “nelle ultime 96 ore le principali piattaforme di sorveglianza e trasporto truppe Usa schierate nelle basi di Sigonella, Trapani e Pantelleria hanno effettuato voli in Libia”.
Nello specifico, un Fairchild C-26 Usa (velivoli da sorveglianza multi-missione/trasporto) sarebbe decollato da Misurata con destinazione Sigonella, mentre dalla base siciliana si sarebbe alzato un drone RQ-4B (11-2048) con destinazione proprio la Libia.
“Solitamente questo tipo di velivolo a pilotaggio remoto è destinato al Mar Nero o comunque in missioni a lungo raggio a ridosso dei confini russi e per la ricognizione in Ucraina”, afferma ancora il giornale online specializzato in politica estera, intelligence, industria ed economia.
La necessità di fare alzare un drone RQ-4B, ipotizza l’anlista militare, potrebbe essersi resa necessaria a causa della situazione meteorologica in Libia (il radar ad apertura sintetica ad alta risoluzione può penetrare attraverso le nuvole e le tempeste di sabbia) o per una nuova valutazione aerea persistente del contesto operativo.
Nei giorni scorsi, spiega ancora PRP Channel, un drone spia sarebbe decollato dalla Sicilia in missione a ridosso dei confini russi.