L’ex parlamentare di Forza Italia, Marcello Dell’Utri dopo il no alla scarcerazione per motivi di salute, ha deciso di farmi morire in carcere.
“Preso atto della decisione del Tribunale che decide di lasciarmi morire in carcere, ho deciso di farlo di mia volontà adottando da ieri lo sciopero della terapia e del vitto”. Sono parole di dell’ex senatore, 76 anni, che sta scontando una condanna a 7 anni nel carcere di Rebibbia per concorso in associazione mafiosa. I legali dell’ex parlamentare di Forza Italia avevano motivato la richiesta sulla base delle cattive condizioni di salute del detenuto.
Alla richiesta di sospensione pena si è opposto il procuratore generale, Pietro Giordano che, sulla scorta di quanto accertato dai periti del tribunale, ha sostenuto che, nonostante la sua patologia, Dell’Utri potesse restare in cella. Una presa di posizione, quella del pg, che era andata contro il parere degli stessi consulenti della Procura generale che si erano espressi per la incompatibilità tra le condizioni cliniche, è affetto da patologie cardiache e oncologiche, e lo stato detentivo.
“Ho incontrato nel carcere di Rebibbia Marcello Dell’Utri, che ha scontato già quasi due terzi della sua pena e nonostante una cardiopatia, quattro stent e un tumore alla prostata, non ha visto riconosciuti i motivi di salute che avrebbero dovuto portare alla concessione degli arresti domiciliari. Mi sono recato da lui per farlo desistere dallo sciopero della fame e dal rifiuto dei medicinali che sta attuando, e l’ho fatto a nome di tanti amici che hanno condiviso questo appello”.
Lo dice Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. “Con Marcello ci siamo intrattenuti per il tempo previsto dai regolamenti carcerari ma non sono riuscito a dissuaderlo da questo suo intento, poiché ritiene ingiusta la decisione dei giudici. Dell’Utri – aggiunge il vicepresidente del Senato – ha quindi ribadito che continuerà a rifiutare cibo e medicinali, comprese le terapie per il tumore alle quali dovrebbe essere sottoposto con urgenza. Comprendo umanamente la sua sfiducia nella giustizia e sono certo che con gli amici di Forza Italia assumeremo nelle sedi competenti tutte le iniziative che l’ordinamento ci consente di svolgere per sostenere la causa di Marcello. Nel corso del breve colloquio ho constatato la determinazione, assolutamente priva di toni irosi, con la quale intende proseguire nel suo rifiuto delle cure. E proprio la determinazione, accompagnata alla pacatezza dei toni, ci fa capire che questa sua protesta non è soltanto fondata ma e’ anche molto forte. Una protesta che non potrà essere ignorata da nessuno di noi, istituzioni comprese”.