Svolta imminente per migliaia di docenti e precari siciliani: scade infatti oggi alle 14 il termine per presentare la domanda ed essere così inseriti nel piano straordinario di assunzioni previsto dal decreto “La Buona Scuola”.
Immissioni in ruolo che molti insegnanti precari attendono da anni ma che costerà il trasferimento alla maggior parte degli aspiranti siciliani: la carenza di cattedre nelle regioni del Sud costringerà infatti la stragrande maggioranza dei docenti a spostarsi in altre zone d’Italia, prevalentemente al nord, per poter ottenere il ruolo.
Per le domande, da inoltrare esclusivamente online attraverso la piattaforma apposita del Miur, gli aspiranti hanno tempo fino alle 14 di oggi: ciascun candidato dovrà inserire l’ordine di preferenza per tutte e 100 le province indicate, e poi incrociare le dita e sperare che la destinazione non sia troppo lontana da casa.
Le prime due fasi (0 e A) delle immissioni in ruolo (su base provinciale e regionale) si sono già concluse in quasi tutti gli uffici scolastici provinciali. Ma sulla disponibilità delle cattedre residue, disponibili dunque per le ultime due fasi (B e C) i numeri sono tutt’altro che chiari. Accrescendo così il caos e l’incertezza tra migliaia di docenti alle prese con l’estate più dura della loro carriera.
Lo sottolinea anche l’Anief, che lamenta il “silenzio imbarazzante” del Ministero.
“Contravvenendo a quanto espresso da diversi esponenti del Governo e del Miur – rileva l’Anief – non sono state fornite alcune indicazioni sulla consistenza dei posti liberi. Nemmeno su quelli residui dopo le prime fasi del piano, derivanti dalla mancanza di aspiranti e quindi della graduatorie esaurite. lasciando i docenti interessati nell’incertezza totale. Per aiutarli a riflettere sarebbe bastato poco, invece ha prevalso la linea del top secret”.
C’è chi in questi giorni parla anche di “deportazione”, e accusa il governo di aver predisposto un piano di assunzioni discriminatorio nei confronti di alcune categorie di insegnanti: in particolare le donne delle regioni meridionali. “Tanti precari saranno costretti a non rischiare – chiarisce il presidente dell’Anief Marcello Pacifico – e quindi a non candidarsi, perché stiamo parlando soprattutto di donne del Sud, spesso sopra i 40 anni, con figli e genitori da accudire. Sono insegnanti, anche da oltre 10 anni, che non meritavano di essere messi davanti a un bivio così difficile. Per evitarlo sarebbe bastato trasformare in annuali le tante migliaia di cattedre oggi ancora collocate erroneamente al 30 giugno”.