La droga alla Kalsa scorreva a fiumi. Il supermarket degli stupefacenti era un ex convento occupato in via Discesa dei Bianchi, alle spalle della Magione, a due passi da via Vetriera, dove nacque Paolo Borsellino. In quella zona, un labirinto di ambienti e locali rendeva facile nascondere la droga e altrettanto semplice notare eventuali ‘intrusi’.
Lo hanno reso noto, in conferenza stampa, polizia e carabinieri che questa mattina hanno fatto scattare l’operazione antidroga a Palermo che ha portato in carcere 13 persone. Tutti devono rispondere di traffico di sostanze stupefacenti.
Nel mirino degli investigatori è finito il lucroso spaccio di stupefacenti. La droga alla Kalsa era destinata a rifornire le strade di altri storici quartieri cittadini come Brancaccio, Bonagia, Arenella, Zen, fino ad arrivare nelle città della provincia palermitana di San Giuseppe Jato, Partinico ed Altavilla Milicia.
Nell’organizzazione un ruolo di primo piano era svolto da Ottavio Abbate, 51 anni, fratello del più noto Luigi detto ‘Gino u mitra’ attualmente detenuto al 416 bis. Spettava a lui, sorvegliato speciale e con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso e per produzione e traffico di stupefacenti, appartenente alla famiglia mafiosa di Porta Nuova, gestire i contatti con tutti i membri dell’organizzazione e occuparsi dell’attività di spaccio. Suo braccio destro era Antonino Augello, 41 anni, autista e collaboratore, anche lui finito in manette oggi.
“Era al servizio di Abbate non solo nell’attività illecita – ha spiegato durante una conferenza stampa Rosalba Zavaglia, dirigente del commissariato Oreto Stazione -, ma anche nelle piccole attività quotidiane, dall’acquisto del giornale alla spesa”.
Anche lui del quartiere Kalsa, era finito ai domiciliari nel febbraio del 2016 perché in un appartamento nella sua disponibilità gli investigatori avevano trovato un chilo e mezzo di droga. Lo spaccio di droga era diffuso capillarmente e l’attività a piazza Kalsa era fiorente. “A usufruirne erano anche i ragazzi dall’Istituto nautico durante l’intervallo delle lezioni” spiegano gli investigatori. Anche se, ammette il capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti, “gli acquirenti erano i più vari, dai professionisti agli studenti”.
Nell’ambito di un parallelo filone di indagine condotto dai militari dell’Aliquota operativa della Compagnia di Monreale sono stati arrestati, in esecuzione della stessa ordinanza, anche Giovanni Pilo e Laura Pirinei, marito e moglie di 48 e 45 anni, responsabili a vario titolo di reati attinenti agli stupefacenti, e Filippo D’Angelo (nella foto), per più condotte di evasione dalla misura degli arresti domiciliari. Quest’ultimo, infatti, nonostante si trovasse ai domiciliari per furto e reati in materia di stupefacenti, è stato ripreso dalla telecamere degli investigatori mentre si incontrava con amici e parenti fuori dalla propria abitazione o mentre giocava partite di pallone nella piazzetta antistante il proprio domicilio.
Durante le indagini scattate nel settembre del 2015 e andate avanti sino al febbraio del 2016, gli investigatori sono riusciti a scoprire l’interesse di pregiudicati contigui alla famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato nel traffico di sostanze stupefacenti nei Comuni jatini, con propaggini anche in quelli di Partinico e Montelepre.
La droga veniva acquistata nel quartiere Kalsa per poi essere smerciata nelle piazze dello spaccio della provincia. Durante le attività investigative sono state arrestate 11 persone in flagranza di reato (di cui 7 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, 3 per evasione e 1 per furto di energia elettrica); quattro sono state denunciate per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di munizioni, mentre sono stati sequestrati 400 grammi di hashish, di 111 grammi di marijuana, di 1 grammo di cocaina e di 47 cartucce calibro 22 corto.
“Le indagini hanno permesso di ricostruire la filiera dello spaccio di sostanze stupefacenti dal capoluogo siciliano alla Provincia – ha spiegato il capitano Guido Volpe, comandante della Compagnia dei carabinieri di Monreale -. A casa di D’Angelo, stanotte durante la perquisizione abbiamo trovato 64 dosi di hashish di cui la moglie stava cercando di disfarsi buttandole dal balcone. Per lei è scattata la denuncia”. Oltre ai già citati arrestati, in manette sono finiti anche Andrea Di Giovanni di 48 anni, Gaspare Rizzuto, di 23 anni, Augello Francesco Paolo, di 36 anni, Gaetano Musicò, di 38 anni, Salah Eddine Janane, di 33anni, Rita Di Giovanni, di 46 anni, Giovanna Di Giovanni, di 38 anni e Raffaele Catanzaro di 48 anni.