La grande rappresentazione del Festino di Santa Rosalia anche quest’anno è andata in scena a Palermo. Circa 300mila tra fedeli e turisti hanno assistito ai tradizionali festeggiamenti in onore della Patrona che liberò la città dalla peste. Circondata da duemila rose ha fatto il suo ingresso trionfale la Santuzza sull’arca bianca costruita dai ragazzi del liceo artistico Catalano. Il primo atto come sempre davanti a Palazzo Reale. A scoprire il volto di Santa Rosalia il sindaco Leoluca Orlando e l’arcivescovo Corrado Lorefice.
Quest’anno la santa Patrona di Palermo ha le fattezze della giovane attrice palermitana Roberta Azzarone. E’ lei la protagonista della favola in musica che ha avuto inizio dal piano di Palazzo dei Normanni. Qui le luci si sono accese sugli stucchi serpottiani ricreati per impreziosire il palcoscenico bianco. Quaranta personaggi affetti dal morbo che nel Seicento colpì la città entrano in scena, poi il re, padre di Rosalia, e la madre e infine tocca alla la giovane che rifiuta di sposarsi alla corte di re Ruggero per liberare la città dal morbo e diventare la Santuzza venerata dai palermitani.
Dopo la rappresentazione teatrale il carro si è messo in cammino verso la Cattedrale seguito dalle autorità civili e religiose, per iniziare il percorso che dal Cassaro porta al mare, passando dai Quattro Canti dove il sindaco Leoluca Orlando salito sul carro ha gridato il tradizionale «Viva Palermo e Santa Rosalia».
Il carro seguito dalla folla di palermitani e turisti ha fatto quindi tappa a piazza Marina per la performance di danza con il fuoco: una quindicina di artisti si esibita sul grande palco. Le mura di Porta Felice, che si affaccia sul Golfo di Palermo, sono state il grande schermo a cielo aperto di «Rosa Lilium, la principessa delle rose», un cartone animato sulla storia di Santa Rosalia, accompagnato da una cascata di petali e dal lancio verso il cielo di palloncini.
Infine il carro ha varcato i due piloni ed è arrivato al Foro Italico, dove si è tenuto lo spettacolo dei fuochi d’artificio che si è protratto fino all’una di notte con la “maschiata” finale.