I foreign fighter dell’Isis in fuga passeranno dalla Sicilia e rientreranno in Europa sui barconi mischiati ai migranti. L’Isola sarà quindi il crocevia di questa rotta che parte dalla Libia. Non si tratta di una provocazione di qualche leader “populista”, come si usa dire oggi per tentare di delegittimare alcune aree politiche, ma dell’analisi fatta dal ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti che su questo tema si è incontrato, nei giorni scorsi ad Ischia, con i colleghi del G7.
L’islamic State è stato fatto crescere nei territori a cavallo tra Siria ed Iraq per anni, oggi, dopo aver incoraggiato i coraggiosi combattenti curdi e sostenuto le forze irachene, la coalizione a guida Usa ha sferrato un colpo mortale allo Stato Islamico. La caduta di Mosul e Raqqa sono state il segnale che un territorio ben definito, occupato amministrato e governato dai seguaci di al-Baghdadi non esiste più. Esistono però ancora migliaia di jihadisti pronti a morire in nome di Allah.
Se la vittoria militare in Medio Oriente probabilmente ci eviterà di assistere alle mattanze di prigionieri dei miliziani in nero con tutto il repertorio granguignolesco di torture e decapitazioni, non è escluso che il colpo di coda dell’Isis si avverta proprio in Europa, dove con una lunga serie di attentati indiscriminati si è già pagato un caro prezzo.
Sono le parole dello stesso Minniti a rivelarlo. “Siamo alla fuga individuale dei foreign fighter, è una diaspora di ritorno, è cosa concreta che usino le rotte del traffico di esseri umani. In questo senso io ho un’ossessione per il confine meridionale della Libia, che è sempre di più il confine meridionale dell’Europa, contro il terrorismo internazionale e contro i trafficanti di esseri umani” – ha detto alla festa del Foglio a Firenze parlando sicurezza e terrorismo internazionale.
“I foreign fighter sono il punto di contatto con Islamic State – ha ricordato Minniti – Sono 25-30.000 provenienti da 100 paesi del mondo. Questi sconfitti sul campo cercheranno di tornare. E’ un problema. Migliaia di foreign fighter partiti dall’Europa, dall’Italia parliamo di numeri piccoli di poco superiore a 100. E’ lecito preoccuparsi. Possono usare le rotte dei trafficanti di esseri umani per tornare nei loro Paesi”.
Se prima il tema del controllo dei flussi migratori e della vigilanza sugli sbarchi in Sicilia sembrava un argomento tabù, pena l’accusa di razzismo a chi avesse posto il problema, adesso si è costretti a prendere atto del fatto che il fenomeno immigrazione non può più essere sottovalutato.