E’ stata fissata per il 16 giugno l’udienza al Consiglio di Stato per il ricorso contro la bocciatura da parte del Tar della nomina di Francesco Lo Voi a capo della procura di Palermo. La camera di consiglio sulla domanda di sospensiva della decisione del tribunale amministrativo si svolgerà a porte chiuse di fronte alla IV sezione del Consiglio di Stato.
Intanto anche il Csm è pronto a intervenire in giudizio a difesa della nomina di Lo Voi a dicembre scorso. La pratica dovrebbe approdare al plenum di oggi. L’ufficio studi nel suo parere a difesa della delibera invita il Csm a impugnare la decisione del Tar.
La questione della nomina di Lo Voi era finita davanti al Tar attraverso il ricorso “gemello” degli altri due candidati in corsa per la procura di Palermo, Sergio Lari e Guido Lo Forte. E nell’udienza del 19 marzo scorso (la sentenza è stata depositata il 21 maggio) aveva annullato la delibera del Csm non accogliendo, peraltro, la tesi dell’insindacabilità delle deliberazioni del Csm.
I giudici amministrativi hanno infatti ricordato che “i provvedimenti di nomina dei magistrati a incarichi direttivi adottati dal Csm, sebbene espressione di un’ampia valutazione discrezionale, sono sindacabili in sede di legittimità ove risultino inficiati da palese irragionevolezza, travisamento dei fatti o arbitrarietà”.
Pur riconoscendo infatti l’elevato profilo professionale di Lo Voi, il Tar aveva sottolineato come il Csm avrebbe dovuto, nel caso in questione, rafforzare la motivazione della sua nomina “dovendosi dare conto in maniera convincente di quali fossero i profili attitudinali e di merito di cui il candidato privo di pregresse esperienze direttive avesse esclusivo o maggior possesso” rispetto agli altri candidati.
Secondo il Tar, infatti, la nomina di Lo Voi da parte del Csm (che su questo avrebbe fondato il suo giudizio di prevalenza rispetto agli altri candidati), ha avuto come elemento primario l’incarico a partire dal 2010 di membro nazionale di Eurojust. Una motivazione del giudizio di prevalenza non coerente rispetto agli indici di valutazione del parametro attitudinale: nel caso di Sergio Lari e di Guido Lo Forte, invece “l’esperienza così lungamente e meritevolmente maturata e la peculiare personalità professionale costituiscono, secondo i criteri normativi, e prima ancora secondo canoni comuni di logicità e ragionevolezza, fondamentali indici rilevatori di attitudine direttiva rispetto allo specifico ufficio ( Procura di Palermo), lasciando presumere, in prospettiva prognostica, adeguata conoscenza dell’ufficio (per avervi svolto l’incarico di procuratore aggiunto, anche all’interno della DDA) e delle relative problematiche organizzative e gestionali, nonché sicura competenza in relazione alla specificità delle dinamiche, anche giudiziarie, in virtù dell’attività direttiva svolta” presso la Procura di Caltanissetta nel caso di Lari e di Messina per Lo Forte, uffici caratterizzati “per la grave presenza di fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso”. (Il Velino)