Dopo tante polemiche il convegno dei ‘No Green pass’ nella sala Mattarella di Palazzo Reale, a Palermo, stamattina s’è svolto regolarmente: ma per entrare gli organizzatori hanno dovuto mostrare agli assistenti parlamentari la “carta verde” all’ingresso senza la quale, dal 15 ottobre, non e’ possibile entrare all’Assemblea siciliana. Una trentina i partecipanti all’incontro dal titolo “Dalla democrazia alla dittatura: il ruolo della memoria”, organizzato sul ‘no al Green pass’ da ‘Coscienze Critiche’, un movimento di docenti universitari nato sulla falsariga dell’appello firmato da mille professori in tutta Italia, e dal deputato Sergio Tancredi, capogruppo di Attiva Sicilia.
Tra i partecipanti molte personalità che hanno preso dure posizioni, non senza provocazioni, contro il certificato verde come il professore di economia dell’Università di Palermo Gandolfo Dominici, noto per avere accostato il vaccino ad Auschwitz; il professore dell’Universita’ di Messina e ordinario di storia delle dottrine politiche Dario Caroniti e la professoressa emerita di lingue e letterature straniere dell’Università del Salento Barbara Wojciechowska, di origini polacche. Mostrato in sala un video registrato della sopravvissuta all’Olocausto Vera Sharav, attivista e fondatrice dell’Alliance for Human Research Protection, organizzazione umanitaria che si oppone al alcune pratiche dell’industria farmaceutica, con posizioni critiche anche in tema di vaccini. Presente per portare il saluto istituzionale l’assessore regionale all’Istruzione e Roberto Lagalla.
“Vogliamo che si avvii un dibattito su questioni in cui vediamo i prodromi di quello che è stato il pregresso della pagina più nera della storia contemporanea, crediamo necessario avviare una discussione: è giusto che il mondo della cultura dia un contributo corretto con un ampio dibattito per evitare che i semi di intolleranza che stanno crescendo vengano fermati in partenza. Questo incontro è un segnale d’allarme per alzare il livello d’attenzione”. Lo ha detto Sergio Tancredi, deputato di Attiva Sicilia, a margine del convegno. Nei giorni scorsi, Tancredi ha presentato in Questura una denuncia per difendere il diritto al non obbligo della certificazione verde, indispensabile per accedere nel Parlamento siciliano. “La mia denuncia – ha aggiunto – ha sortito molte condivisioni da parte di tanti lavoratori e persone che mi hanno manifestato solidarietà, perché si sono sentiti vessati e limitati della loro libertà, questa solidarietà mi da’ ulteriore forza per andare avanti. Ormai è evidente che il Green pass tutto fa tranne che salvaguardare la salute della collettività. E’ questo il punto fondamentale che mi ha portato alla denuncia”.
“Non sono ‘no vax’ e non mi piace il termine, non sono contrario a qualunque vaccino: ma il vaccino contro il Covid non si può paragonare agli altri ampiamente sperimentati nell’interesse della salute pubblica. Il vaccino contro il Covid non assicura l’immunità dal contagio. Vaccinarsi deve essere una scelta personale, che va basata anche sul parere medico rispetto alla situazione personale valutando il fattore rischio-beneficio. Si chiede il Green pass pure agli studenti il cui rischio sanitario per il Covid, come è dimostrato dai dati, è quasi nullo: a 20 anni si rischia di più andando in motorino”. Lo ha detto il professore Gandolfo Dominici, professore di economia dell’Università di Palermo e noto per avere accostato il vaccino ad Auschwitz.
“Il mio no al Green pass – ha proseguito – è convinto e assoluto perché inconcepibile che in una sedicente democrazia liberale i diritti costituzionali vengano subordinati ad un lasciapassare, non esiste più lo statuto albertino con diritti concessi dal sovrano. Si spinge alla vaccinazione con un vaccino che non contiene i contagi; per tutelare la salute pubblica andrebbe fatto il test salivare per non essere troppo invasivo, in tutti i luoghi a rischio”. Sul paragone con Olocausto e Auschwitz, Dominici ha spiegato: “Prima di arrivare alla soluzione finale, all’Olocausto ci sono stati diversi passaggi, prima la demonizzazione, poi si doveva avere la tessera per esempio in Italia quella del partito fascista”. Per il docente universitario, “iI Covid è una malattia che mette a rischio soprattutto soggetti con determinate patologie pregresse, non esiste il rischio zero, ma non c’è un rischio grave per un ventenne o trentenne”. E alla domanda se lui ha fatto il vaccino Dominici ha replicato: “Non rispondo. E’ quello per cui mi batto, il fatto che sia vaccinato o meno sono affari miei”.
“I vaccini li ho fatti a suo tempo quando erano sperimentati e sono molto contenta perché sono sana e vegeta: nuoto, mangio sano, sto curando il mio sistema immunitario perché così mi curo e mi dà la forza di curare le malattie. Mi sono vaccinata tante volte, ma non per il Covid, perché ancora è un vaccino sperimentale e quando sarà sperimentato il virus non ci sarà più e saremo liberi dal virus e dal vaccino”. Lo ha detto la professoressa emerita di lingue e letterature straniere dell’Università del Salento, Barbara Wojciechowska.
“Non temo il contagio – ha aggiunto – perché ho fatto il Green pass e ho fatto il tampone, ma ballo e quindi sono sana, parlano il mio viso, il mio corpo e i miei occhi. E’ l’abc della medicina, se non si hanno sintomi non si è malati”. A proposito del Green pass che viene visto come una imposizione, come una forma di dittatura e paragonato all’Olocausto, Wojciechowska ha detto: “Non soltanto è possibile fare un paragone tra Green pass e Olocausto, c’è un parallelismo anche nel passaggio diretto dal nazismo alla comunità europea, posso documentare quello che dico in quanto responsabile della Fondazione di Norimberga. La guerra non l’hanno persa i tedeschi ma le élites farmaceutiche sanitarie. Non c’era allora una guerra tra gli Stati”.
“Siamo nel rischio di sparare al calabrone con il lanciafiamme mettendo a repentaglio un ambiente molto più vasto di quello che si vorrebbe bonificare. Vanno rispettati pensieri e opinioni, ma non credo che possano esserci analogie caratterizzate da fondatezza e veridicità tra l’esperienza drammatica delle dittature e dell’Olocausto e l’obbligo di una presentazione di uno stato di salute individuale che tutela la salute pubblica e collettiva”. Lo ha detto a l’assessore regionale Roberto Lagalla.
“Il tema del convegno è significativo – ha aggiunto – perché quando si fa memoria si fa resistenza al rischio di una degenerazione dei sistemi democratici. E’ improprio secondo me fare entrare in questa discussione quanto in atto per una condivisibile tutela della salute pubblica e di salvaguardia dei cittadini. Il vaccino rispetto alla pandemia -ha sottolineato Lagalla – è l’unica arma che ha dimostrato di essere capace di immunizzare una larga parte di popolazione. Ogni innovazione reca con sé una reazione che è critica e che viene collegata a una lettura della storia per lontane analogie. Siamo in questa fase dialettica – ha concluso – dove ancora una volta l’oggettività della scienza e la testardaggine dei risultati dovranno dire e confermare una parola di verità. La vaccinazione è l’unica seria e concreta arma di massa per sconfiggere l’epidemia da Covid-19”.