I due sub palermitani morti nelle acque di Isola delle Femmine si erano immersi per visitare il relitto del mercantile Loreto. Il piroscafo fu affondato dal sommergibile inglese P46 (nella foto un’unità gemella) nell’autunno del 1942.
Contro il Loreto furono lanciati due siluri, ma soltanto uno raggiunse il bersaglio proprio quando era già in vista del porto di Palermo, dopo una lunga traversata iniziata dal porto di Tripoli. Era un tattica britannica, quella di tendere imboscate alle navi italiane in prossimità dei porti di arrivo. L’attacco però causo moltissime vittime uccise da “fuoco amico”, a bordo, infatti, c’erano soprattutto soldati indiani dell’esercito britannico, prigionieri catturati in Africa dalle forze dell’Asse.
L’imbarcazione colpita a poppa affondò in pochissimo tempo e, riferiscono le cronache dell’epoca, nonostante i marinai e i militari di scorta avessero liberato i 400 prigionieri rinchiusi nella stiva, alla fine si contarono 124 morti, tra i quali un solo italiano.
In soccorso dei naufraghi, molti dei quali non sapevano nemmeno nuotare, accorsero i pescatori della zona con le loro barche a remi.