Il quarto governo Crocetta nasce tra le polemiche: i “cespugli” restano fuori dall’Aula. Lantieri verso la Funzione pubblica?

0
19

Il quarto governo Crocetta nasce tra le polemiche: i “cespugli” restano fuori dall’Aula. Autonomie locali e Funzione pubblica potrebbero andare ai verdiniani di Ala. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha presentato gli assessori del suo quarto governo e nel frattempo il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha estratto il cartellino giallo dell’ammonizione perché “ancora non sono stati depositati gli atti di bilancio e neppure la finanziaria”.

“Dobbiamo essere tutti responsabili – ha detto Ardizzone – al momento il governo non ha ancora depositato nulla. So che adesso verrà detto che gli atti verranno depositati entro dicembre ma io so che fino a questo momento non è arrivato ancora nulla”.

Un governo che nasce monco il Crocetta quater. Che nasce senza l’assessore alla Funzione pubblica e Autonomie locali – interim resta al presidente – e che a detta del governatore non vede l’impegno diretto di Ncd di Alfano, ma allora l’assessore Carlo Vermiglio in che quota è? “Ncd non è entrato nella nuova giunta, ma ha aderito al progetto di approvare le riforme e questo lo ritengo un quadro nuovo nell’ambito delle alleanze”, ha dichiarato Crocetta.

In aperta polemica con Crocetta i “cespugli” della maggioranza, con i deputati dei gruppi Pse-Megafono, Sicilia democratica e Sicilia Futura, che sono rimasti fuori da Sala d’Ercole, durante l’intervento di Crocetta. Una scelta per rimarcare il dissenso dei tre movimenti rispetto al percorso che ha portato alla formazione della nuova giunta. Mal di pancia che difficilmente passeranno.

Undici gli assessori nominati: Antonello Cracolici, Mariella Lo Bello, Anthony Barbagallo, Bruno Marziano, Baldo Gucciardi, Alessandro Baccei, Vania Contrafatto, Maurizio Croce, Giovanni Pistorio, Gianluca Micciché, Carlo Vermiglio. La dodicesima delega nei prossimi giorni.

“C’è da definire la posizione del dodicesimo assessore nel giro di qualche giorno. Vorrei discuterne anche con il segretario del Pd siciliano Raciti, ma credo che servirà ad allargare la maggioranza, non a creare ulteriori fibrillazioni, per chiudere definitivamente. E’ mio desiderio coinvolgere le forze politiche che ancora non hanno rappresentatività e l’Assessorato alla Funzione pubblica vorrei che fosse coperto da forze che non hanno ancora rappresentanza in Giunta”, ha affermato a margine del suo intervento in Aula, il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.

Una frase sibillina, perché se l’assessorato al momento vacante andrà a uno dei tre “cespugli” pronta in pole position Luisa Lantieri di Sicilia Democratica, ai socialisti andra la presidenza della Commissione Bilancio con Giovanni Di Giacinto che lascerà il posto di capogruppo ad Antonio Malafarina. Crocetta per allargare la maggioranza e rendere più forte il suo governo potrebbe aprire le porte ad Ala di Denis Verdini, che a livello nazionale ormai sta apertamente con Renzi. Il modello nazionale potrebbe essere dunque esportato in Sicilia. 

Ma Crocetta ha avvisato tutti: “Dico chiaramente che la prossima volta che i partiti politici mi porranno il problema di un rimpasto farò il governo del presidente, è assolutamente inconcepibile che un governo venga messo in discussione ogni anno. E’ parere anche del vicesegretario nazionale del Pd Guerini che dobbiamo portare avanti questa esperienza e che dobbiamo farlo sino alla fine”. 

Poi Crocetta si è soffermato sulla nuova esperienza. “Presentare un’amministrazione è sempre qualcosa di importante e di solenne. E’ qualcosa che ci carica di responsabilità. Sono convinto di avere portato a termine una richiesta incessante che veniva sin dall’inizio della legislatura: di dare una composizione politica all’assetto di giunta, che coinvolgesse il Parlamento per dare un rapporto più forte e incisivo – ha detto all’Ars -. Sono convinto che la squadra è forte ed in grado di intraprendere le sfide necessarie per traghettare la Sicilia verso un approdo sicuro”.

“Questo governo traghetterà la Sicilia verso un approdo sicuro. Non servirà alcun vertice di maggioranza per definire le linee programmatiche, perché gli assessori rappresentano a pieno titolo i partiti che li hanno proposti. E’ un accordo politico che vede coinvolti prima di tutto il Pd, l’Udc e le altre forze. Abbiamo un’alleanza che sostanzialmente ripercorre quello che era lo schema con il quale ci siamo presentati alle elezioni regionali – ha aggiunto il governatore – l’unico elemento di novità credo sia la formazione dell’intergruppo Ndc-Udc che ha imposto delle riflessioni politiche delle quali dovevamo tenere conto e che contribuisce a dare maggiore serenità, poiché l’Ncd ha detto che intende sostenere quelle leggi che ritiene positive e importanti per la Sicilia”. 

Infine Crocetta ha invitato la maggioranza a stipulare un “patto di lealtà” perché, ha detto, “la composizione degli assessori non può più cambiare, e un altro alle opposizioni perché “credo che ormai i sogni del voto anticipato e l’idea di fare crollare il governo non c’è più. Dobbiamo raggiungere obiettivi importanti come lo Sblocca Sicilia, l’introduzione del principio di responsabilità dei burocrati, la sburocratizzazione, la formazione professionale. Vogliamo approvare rapidamente i disegni di legge in commissione per consentire di governare meglio?”, ha chiesto Crocetta. “Tante leggi – ha accusato – sono ferme e non vanno mai un Aula. Dall’ottobre 2014 la legge sulla formazione attende di essere discussa in commissione, così come la legge sul diritto alla studio o il testo unico sulle attività produttive”.

“Ho resistito alle mozioni di sfiducia, ai falsi dossier, agli attacchi politici – ha proseguito il governatore – ora dobbiamo lavorare per approvare le riforme da qui ai prossimi due anni, di candidati alla presidenza della Regione ne parleremo quando saremo tutti in campagna elettorale”.