Il questore Renato Cortese lascia il suo incarico con un messaggio d’amore alla città. “Ciao Palermo… con il cuore spezzato vado via da una città che mi ha accolto con affetto, che mi ha visto crescere ed invecchiare, che mi ha visto soffrire e gioire e che con me ha sofferto e gioito”.
Inizia così la lettera con cui Cortese saluta la città che lascia dopo essere stato destinato ad altro incarico a seguito della sentenza di condanna, in primo grado, a cinque anni di carcere per il sequestro e l’estradizione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov.
“Ho visto una Palermo distrutta, schiacciata e disorientata dalla ferocia e dalla barbarie della mafia, e ho lottato con lei e per lei… Sono stati anni duri, difficili, costellati di morti, ma ognuno di essi è stato un seme… Il seme della coscienza civile, del riscatto, della legalità, della giustizia… Oggi vedo una Palermo sempre straordinariamente bella, affascinante e testarda, che si è ripresa quello che credevano di poterle strappare: il futuro – continua Cortese -. Oggi vedo il cambiamento, sento il cuore pulsante di una capitale europea, moderna, centro della cultura, della solidarietà, dell’accoglienza. Palermo ha saputo aspettarmi ed accogliermi nuovamente da questore, regalandomi la sua forza, la sua resilienza, il suo coraggio che ho visto negli occhi delle persone che ho incontrato nelle strade, nel calore delle mani che ho stretto in questi anni, nell’entusiasmo dei giovani”. “Palermo – conclude il questore – mi ha insegnato che dopo ogni caduta è possibile rialzarsi e che nei momenti più bui bisogna andare avanti e trovare la forza… Palermo è la parte migliore di me… Una bellezza caleidoscopica, dai mille volti: quello della solidarietà, della speranza, del coraggio, della cultura, della coscienza civile, della sete di giustizia, della curiosità, dell’amore, che porterò con me nel continuare il mio cammino… Grazie Palermo, Arrivederci Palermo”.