Il Vaticano si attiva per fare luce sul Caravaggio rubato a Palermo. Le strutture della Santa Sede sono scese in campo per sostenere la ricerca della famosa Natività, dipinta da Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, il quadro sottratto con un furto clamoroso nella notte del 17 ottobre 1969 dal complesso dell’oratorio di San Lorenzo di Palermo.
Un furto compiuto da criminali comuni, la tela però sarebbe poi subito passata nelle mani della mafia. Per questo il Vaticano è intervenuto attraverso la task force internazionale “Michelangelo for justice” attiva contro la corruzione e le mafie, costituita all’interno del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che ha coordinato oggi nel Palazzo della Cancelleria un dibattito tra esperti con 150 studenti di Roma e di Ostia. Anche papa Francesco, informato dell’iniziativa, ha dato la sua personale approvazione.
Secondo Rosy Bindi, che ha guidato la Commissione antimafia nella scorsa legislatura occupandosi anche della Natività, le indagini devono ripartire dalla Svizzera. “L’ultima cosa che sappiamo – ha spiegato – è che l’opera non è stata distrutta e credo che sia la notizia più importante. L’altra notizia è che probabilmente per trovarla dobbiamo trovare le non poche parti in cui è stata divisa soprattutto per facilitarne il trasporto e la vendita. Grazie alla nostra inchiesta – ha aggiunto – la magistratura ha già riaperto la propria indagine e confidando sulle collaborazioni internazionali ci auguriamo vivamente che questa opera straordinaria venga restituita all’Italia e a Palermo”.
“Sicuramente – ha sottolineato – bisognerà partire dalla Svizzera perché quello è stato il primo approdo. Non siamo in questo momento in grado di dire dove i pezzi possono essere stati distribuiti però la procura di Palermo ha tutti gli strumenti per ripartire con le indagini”.
Bindi ha ricordato l’apporto dei collaboratori di giustizia, in particolare quello del pentito Gaetano Grado e la ritrattazione di Francesco Marino Mannoia che al processo Andreotti aveva detto che l’opera era stata distrutta dagli stessi ladri. Ma quanto può effettivamente contare nel ritrovamento del quadro l’input vaticano? “Le mafie non hanno confini – ha risposto Bindi – e nessuna istituzione al mondo è globale come la Chiesa cattolica. Quindi un impulso che viene dal Vaticano è un impulso che può attivare la collaborazione di altri stati”.
La moral suasion vaticana “è un mezzo molto importante” anche secondo il generale Fabrizio Parrulli, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri, e che può dare chance di ritrovare l’opera.
“L’iniziativa – ha spiegato monsignor Silvano Tomasi, sottosegretario del dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale – vuole essere un richiamo, una sensibilizzazione dell’opinione pubblica per creare una coscienza che la strada per vivere assieme deve essere una strada di solidarietà e non di corruzione, di distorsione dei valori fondamentali”.