Spento l’incendio divampato a Poggio Ridente, una delle colline sopra Palermo, nei pressi del quartiere Boccadifalco. Le fiamme hanno divorato ettari di macchia mediterranea e sterpaglie in una zona in cui insistono diverse villette, ma non è stato necessario evacuare i residenti. Alle operazioni di spegnimento hanno partecipato tre squadre dei vigili del fuoco e due della Forestale, oltre a un canadair. “E’ in corso la bonifica degli ultimi focolai e un elicottero sta facendo gli ultimi lanci d’acqua. La situazione è sotto controllo”, spiegano i vigili del fuoco di Palermo. Domato anche il rogo che in mattinata aveva interessato Torretta.
Situazione ancora drammatica nel Ragusano, è tornata a bruciare la pineta di Chiaramonte Gulfi. Nel pomeriggio un incendio è divampato nella zona del monte Casasia, al confine dei territori di Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo. Ettari di bosco in fiamme. Sul posto Vigili del fuoco e Forestale. Richiesto per il territorio ragusano l’intervento dei canadair impegnati però su altri fronti. Intervenuto un elicottero della Marina da Catania. L’incendio pare si sia sviluppato a nord dell’abitato di Chiaramonte ed abbia percorso la pineta fino al monte Casasia comunque sembra non siano interessate aree abitate. “Speriamo che si riesca a contenere e che il vento cali – dice il sindaco di Monterosso, Salvatore Pagano – la nostra comunità come quella di Chiaramonte è in ginocchio, non è possibile essere messi sotto scacco da un pugno di cretini perché per noi è chiaro che si tratti di azioni dolose”.
A distanza di due settimane il fuoco ha ripreso a mettere in ansia il Ragusano, dove proprio venerdì nella sede del Municipio di Chiaramonte Gulfi si è tenuto il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Maria Carmela Librizzi, su richiesta del sindaco Sebastiano Gurrieri, nel quale è stato definito un piano integrato di controllo del territorio proprio per affrontare l’emergenza incendi in provincia dopo la devastazione della pineta avvenuta due settimane fa.
A causa di un incendio adiacente alla sede stradale è stata provvisoriamente chiusa anche la carreggiata in direzione Catania dell’autostrada A19 “Palermo-Catania”, dal km 156,800 al km 171,400, in località Catenanuova, in provincia di Enna. Il traffico, spiega l’Anas, è deviato lungo la strada statale 192 “della valle del Dittaino”, con uscita allo svincolo di Catenanuova e rientro in autostrada allo svincolo di Gerbini-Sferro. Sul posto sono presenti i vigili del fuoco per il controllo dell’incendio, le forze dell’ordine e le squadre Anas per gestire la viabilità.
”Sembra quasi che si voglia mettere in difficoltà le istituzioni, sembra quasi uno sfregio, ma il problema è che si sfregia la natura. Spero che non sia un gioco organizzato, ma tutto fa pensare che dietro ci possa essere quasi una regia. Nessuno lo può dimostrare o verificare ma quando a Messina un responsabile della protezione civile ha trovato un piromane in azione allora il dubbio che ci sua dietro la mano dell’uomo è enorme. Quella mano è casuale o organizzata? E’ un tema che possono sciogliere solo le forze dell’ordine”. Lo ha affermato a Catania il presidente della Regione Rosario Crocetta al termine di una riunione in prefettura per fare il punto degli interventi di spegnimento degli Incendi nel Catanese.
Durante la notte sono stati 73 gli interventi dei vigili del fuoco nella provincia per incendi alla vegetazione. I Canadair sono in azione ad Adrano per un incendio divampato alle pendici dell’Etna, un altro rogo è divampato a Caltagirone. Crocetta ha sottolineato che ”anche la struttura di Catania ha funzionato benissimo, lavorando insieme alla protezione civile regionale e comunale, a tutte le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, forestali, che hanno fatto sistema affrontando episodi incendiari particolarmente devastanti e diffusi a macchia di leopardo, dietro i quali si ha ragione di pensare che ci sia la mano umana”. A Catania Crocetta ha ringraziato i vigili del fuoco ”perché si stanno sacrificando con un lavoro eccezionale. Pensiamo – ha concluso – di acquistare una serie di strumenti di prevenzione per il monitoraggio aereo e anche una flotta di elicotteri regionale da dare ai vigili del fuoco e droni per andare a potenziare e non difendere solo dallo Stato”.
“Il sistema nel suo complesso ha funzionato e la risposta c’è stata. Certamente è perfettibile ma occorre riconoscere che i vigili del fuoco sono stati impegnati fino allo stremo, i forestali hanno lavorato giorno e notte e l’impegno dei volontari è stato massimo”. A dirlo all’AdnKronos è Calogero Foti, capo della Protezione civile in Sicilia, dopo le polemiche degli ultimi giorni legate all’emergenza incendi scoppiata nella regione. Decine di roghi, alimentati dalle temperature roventi, hanno mandato in fumo centinaia di ettari di macchia mediterranea e zone boschive.
Una devastazione che ha spinto molti a puntare il dito contro la Regione e l’assenza di un adeguato piano di prevenzione e a chiedere le dimissioni degli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, Antonello Cracolici e Maurizio Croce. Polemiche che il numero uno della Protezione in Sicilia bolla come “sterili” perché “molti hanno parlato senza neppure sapere cosa dicevano”.
“Davanti a un fenomeno così vasto, con circa 300 incendi divampati da un capo all’altro dell’Isola – dice Foti -, non potevano esserci uomini e mezzi sufficienti”. La disponibilità dei mezzi aerei avrebbe aiutato? “Certamente sì, ma non sarebbero bastati – assicura -. Davanti a 300 fronti avremmo avuto bisogno di centinaia di canadair. La flotta aerea dello Stato, che è la più grande d’Europa, ha appena 16 mezzi. Lo sforzo è stato improbo”.