Intercettazioni, Scarpinato: “l’emendamento disincentiva il contributo dei cittadini”

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roberto scarpinato: attacca la Saguto
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L’emendamento che prevede il carcere fino a 4 anni per chi divulga riprese o audio registrati di nascosto ha come risultato quello di “disincentivare il contributo dei cittadini all’accertamento dei reati. Non solo quelli di mafia, ma anche la vasta fenomenologia della corruzione, degli abusi di potere e dei reati dei colletti bianchi commessi in segreto in un’ atmosfera da omertà blindata”.
 
A dirlo il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, in un’intervista in apertura di prima pagina col Fatto Quotidiano. In merito alla norma che dà solo tre mesi di tempo al pm per decidere, alla fine delle indagini preliminari, se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione, “penso che abbia un valido fondamento, che potenzi l’azione penale e che, con qualche ritocco, possa essere ancora migliorata per evitare possibili scompensi”, dice Scarpinato. Se il pm non chiede né l’ archiviazione né il rinvio a giudizio, le indagini si paralizzano.
 
“Il legislatore – spiega – si è mosso per rimuovere stasi anomale del processo, bisogna però stare attenti a quei casi in cui non è possibile richiedere il rinvio a giudizio entro tre mesi previsti in modo tassativo a causa della complessita’ degli atti processuali, o del fatto che si attende ancora l’esito di indagini delegate o ancora per altre circostanze oggettive”.
 
Per questo “un emendamento che preveda che in tali casi eccezionali, da motivarsi e documentarsi adeguatamente, il pm possa essere autorizzato dal giudice ad una proroga del termine, puo’ costituire un correttivo funzionale”. (ANSA)