Agenti della polizia scientifica hanno filmato le parti esterne della portacontainer King Jacob attraccata da oggi pomeriggio nel porto di Palermo. I filmati probabilmente serviranno alla Procura di Catania che indaga sul naufragio del 19 aprile al largo delle coste della Libia il cui bilancio è di 28 superstiti, 24 cadaveri recuperati in mare e tra i 750 e i 900 dispersi.
Il comandante del portacontainer King Jacob, Abdullah Ambrousi Angeles e del suo secondo Allan Escamillas, entrambi di nazionalità filippina, sono stati interrogati per circa tre ore dagli uomini della Squadra Mobile. I due sono stati prelevati quando il cargo è attraccato nel porto di Palermo e condotti con un auto in borghese dagli agenti nei locali della questura del capoluogo.
L’equipaggio della nave, che rimarrà al porto fino a lunedì, sotto sorveglianza armata, ha chiesto attraverso l’armatore anche l’assistenza psicologica.
Il King Jacob è stata la prima imbarcazione a giungere nella zona del naufragio del 19 aprile: è proprio contro il mercantile che il barcone ha urtato (tre volte, secondo le testimonianze raccolte) affondando poi in pochi minuti. Secondo quanto riferito dai sopravvissuti lo scafista, un tunisino 28enne attualmente detenuto a Catania, avrebbe eseguito una serie di manovre di avvicinamento poco accorte nel tentativo di nascondersi tra gli altri passeggeri.
Intanto a Catania si sono svolti oggi gli incidenti probatori chiesti dalla Procura: secondo il racconto dei superstiti il barcone aveva tre livelli. I due inferiori erano chiusi a chiave, e dentro erano ammassate centinaia di persone. La sorveglianza era affidata a due somali, che sarebbero morti anch’essi nel naufragio. Il fermo per il tunisino e il siriano 25enne accusato di essere stato il suo assistente sono stati convalidati.