La criptovaluta di Facebook Libra nel mirino delle autorità finanziarie australiane

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La criptovaluta di Facebook Libra nel mirino delle otto maggiori autorità di regolamentazione finanziaria australiane. Il colosso creato da Mark Zuckerberg sarà obbligato a divulgare i dettagli del progetto.

L’iniziativa è stata presa poiché il social non è riuscito a dare rassicurazioni sui rischi che questa cybervaluta pone alla sicurezza nazionale, al sistema bancario, ai consumatori e agli investitori.

Secondo quanto riferisce oggi in esclusiva il quotidiano The Australian, gli otto enti – le cui aree di responsabilità vanno dal riciclaggio di denaro alla protezione dei consumatori e degli investitori – hanno stretto tra loro un accordo riservato per poter usare i rispettivi “poteri formali” e indagare Facebook riguardo a Libra. Una riunione fra i rispettivi alti funzionari ed i dirigenti di Facebook tenuta negli Stati Uniti poche settimane fa, infatti, non ha fornito le necessarie garanzie alle autorità australiane. Gli enti temono che la nuova valuta digitale possa alimentare un’ondata di truffe online, oltre a rendere più difficile la lotta al riciclaggio di denaro e al terrorismo.

Il 18 giugno scorso Facebook ha rivelato piani per lanciare Libra il prossimo anno con l’obiettivo di controllare il flusso globale di denaro, con il supporto di un’alleanza di compagnie tra cui Visa, MasterCard e PayPal. Documenti pesantemente censurati ottenuti dal quotidiano secondo le norme sulla libertà d’informazione, indicano che “il comitato sulle minacce emergenti si è incontrato il 31 luglio per discutere le turbative potenziali ai mercati finanziari australiani poste dalla criptovaluta Libra e dai suoi ecosistemi”.