Il segretario generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso, è salita oggi sul banco dei testimoni al Palazzo di Giustizia di Palermo, per deporre al processo a carico di un gruppo di dipendenti regionali accusati di una truffa da circa mezzo milioni di euro. Secondo l’accusa, rappresentata in aula dal pm Francesca Dessì, gli imputati, nel giro di pochi mesi sarebbero riusciti a impossessarsi della somma, soldi destinati alle imprese che forniscono beni e servizi all’assessorato regionale Istruzione e formazione.
Il gruppo di dipendenti avrebbe escogitato, secondo l’accusa, un sistema quasi perfetto. Ma l’ex direttore della Formazione Ludovico Albert aveva capito che ci fosse qualche anomalia e si era rivolto alla Procura. Tredici dipendenti finirono agli arresti domiciliari, con l’accusa di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che coordina il pool reati contro la pubblica amministrazione, aveva fatto emergere lo spaccato di un assessorato in cui i dipendenti avrebbero intascato anche i soldi dello straordinario non fatto.
In carcere finirono Emanuele Currao, funzionario regionale, e Mario Avara, imprenditore. Ai domiciliari andarono Concetta Cimino, dirigente regionale in pensione, Marco Inzerillo, Gualtiero Curatolo, Maria Concetta Rizzo, Maria Antonella Cavalieri, Federico Bartolotta, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli (la cui posizione è stata poi archiviata dal), Marcella Gazzelli. Ai domiciliari pure l’imprenditore Amedeo Filingeri. Oltre a loro sono alla sbarra anche Adele Montalto, Loredana Badalamenti ed Emanuela Ingoglia.
Al centro della ricostruzione dei carabinieri c’era Currao, oggi presente in aula, che avrebbe stornato i soldi destinati a un’impresa fornitrice dell’assessorato sul conto dell’imprenditore Avara. Il funzionario avrebbe poi attribuito ore di straordinario mai fatto ad alcuni dipendenti, i soldi provenivano dal progetto intitolato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per progetti di legalità all’interno della Regione. Oggi, durante la deposizione in aula, il segretario generale Patrizia Monterosso, dopo avere ripercorso il funzionamento del Dipartimento della Formazione, di cui era responsabile nel periodo dal 2008 al 2010, ha ricordato di avere “deferito Emanuele Currao alla Commissione disciplinare” dopo avere saputo di una condanna per estorsione a suo carico. “La Commissione disciplina inflisse la sospensione di 5 anni e mezzo al dipendente regionale”.