Il cadavere del piccolo Gioele Mondello “è abbastanza compromesso”. Il dato più evidente è che ci sono delle mortificazioni degli arti e quindi assenza di tessuti: è stato aggredito da macro fauna”. E’ emerso dall’autopsia eseguita sui poveri resti del bimbo, al Policlinico di Messina.
E si riapre la pista dell’incidente auto: Gioele potrebbe essere morto a causa di “lesioni da urto”. L’ipotesi emerge dall’analisi degli esiti dell’ispezione del cranio del bimbo effettuata oggi nel Laboratorio di Genetica Forense del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Palermo, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Patti, alla presenza anche dei consulenti di parte. Lesioni che potrebbero essere dovute quindi all’incidente della Opel Corsa a bordo della quale il 3 agosto viaggiavano madre e figlio. Uno scenario che potrebbe essere compatibile anche con la testimonianza della coppia che ha visto Viviana Parisi tenere il bimbo in braccio, ancora vivo, perché Gioele potrebbe essere deceduto a causa di un ematoma interno, senza sanguinamenti visibili dall’esterno.
Secondo questa ipotesi, la donna a quel punto, in preda alla disperazione e al senso di colpa, si sarebbe suicidata lanciandosi dal traliccio. Resta aperta l’opzione di una lesione da urto in una fase successiva, quando madre e figlio sono scesi dall’auto. In questo contesto, grande rilievo potrebbero averlo i riscontri sull’auto.
Al Policlinico di Messina l’esame autoptico, iniziato intorno alle 10.15, e terminato alle 14, poco meno di quattro ore dopo, è stato preceduto da una Tac servita a effettuare rilievi antropometrici per correlare il soggetto, età anagrafica, sesso, e quanto è utile per i rilievi antropologici e quindi l’identificazione; rilevata la presenza di pietrisco che potrebbero essere utile per stabilire il luogo e il momento della morte.
Il passo successivo è “valutare segni di lesività macroscopica su questi resti e infine determinare l’epoca della morte”. Per nulla facile, ha sottolineato Giuseppina Certo, medico legale della famiglia del bimbo. Il corpicino è stato individuato il 16 agosto, nella fitta boscaglia della collina di Caronia, a circa 200 metri dall’autostrada Messina Palermo, dove era sparito il 3 agosto, insieme alla mamma, Viviana Parisi, trovata cadavere cinque giorni dopo ai piedi di un traliccio.
Allo stato, ha spiegato, “non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dalle indagini specialistiche”. Di certo, ci sono lesioni da macro fauna. E ancora: “Deve essere tutto ricostituito singolarmente, mettendo insieme i vari tasselli. Oggi non si può mettere un punto fermo”. La consulente ha spiegato che non si può neanche dire dall’esame se il bambino sia morto “nel luogo in cui e’ stato ritrovato. Sono valutazioni che si fanno concatenando i vari risultati. E’ stato individuato del terriccio “che e’ stato prelevato e analizzato”.
“Purtroppo ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibile alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo”, rileva il medico legale della procura, Daniela Sapienza. L’effetto della macrofauna e della microfauna “rende ovviamente difficile qualsiasi riscontro e valutazione. Abbiamo cominciato a fare degli esami su alcuni resti e dovremmo continuare affinché riusciamo a raccogliere qualsiasi elemento che abbia un riscontro di natura oggettiva che possa servire agli inquirenti”. Scoprire come Gioele sia morto “mi sembra una cosa in via aleatoria possibile, dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e valuteremo”. Insomma, si tratta di “un caso difficilissimo, perché c’è un clima e un ambiente particolare, anche se qualche elemento informativo è stato estratto”. (Agi)