L’ammiraglio Nicola De Felice: “Sviluppare ora un nuovo modello di Difesa”

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nicola de felice

L’ammiraglio in ausiliaria Nicola De Felice, già comandante di Marisicilia, questa settimana traccia la linea per un nuovo modello di Difesa nazionale adeguato alle sfide attuali e future del Paese.

Gli scenari futuri impongono per l’Italia un modello di sviluppo del sistema della Difesa basato su un’organizzazione che raccordi effettivamente il livello politico-strategico (il governo della Repubblica) con il livello politico-militare (il ministro della Difesa) e con quello strategico-militare (il capo di Stato naggiore della Difesa).

Questo al fine di conseguire una capacità decisionale adeguata ai tempi e decisamente superiore alle attuali condizioni. Occorre avviare un’integrazione capacitiva con gli alleati europei e con la NATO con un impiego delle forze più interoperabile, in grado di rispondere ed affrontare le future sfide. Risulta altrettanto indispensabile e non derogabile mantenere autonome ed efficaci capacità che permettano all’Italia di detenere una superiorità proporzionata alla necessità di tutelare gli interessi nazionali.

In altre parole bisogna mantenere capacità militari necessarie a garantire la deterrenza e dissuasione nel contesto internazionale, nel Mediterraneo, in Atlantico e nell’Oceano Indiano in grado di intervenire rapidamente e con limitati tempi di preavviso. I nuovi domini economico-commerciali impongono peraltro la necessità di adeguare le leggi relative al mondo cibernetico: nel particolare, occorre colmare un vuoto normativo con una legge che permetta la condotta di operazioni militari nell’ambiente cibernetico.

L’autorità politica deve assumersi la responsabilità di indicare le priorità e le linee guida per le risorse umane e finanziarie in coerenza con l’evoluzione ed i rischi emergenti, derivanti dalle connessioni dei flussi migratori clandestini con le organizzazioni criminali e terroristiche, dai conflitti interetnici, dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa e, più in generale, dalla carenza di governance del sistema internazionale.

Ogni sforzo deve essere fatto per formare una mentalità che, attraverso l’educazione, l’addestramento, la coesione e la motivazione del personale, agisca da fattore moltiplicatore nell’impiego delle capacità, anche con un intelligente sblocco del turn over ed una rinnovata funzione sociale, a beneficio del mondo del lavoro e dell’occupazione giovanile.

Per questo bisogna sviluppare un sistema, in un’ottica di coinvolgimento di tutte le articolazioni dello Stato, dell’industria e delle altre componenti della società. Con la consapevolezza che pur con la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica, occorra bilanciare le risorse per lo sviluppo di nuove capacità, nell’addestramento e nella manutenzione dello strumento militare.

(Nicola De Felice, ammiraglio di Divisione in ausiliaria)