Lampedusa, donna accusa: “Tunisini volevano violentarmi”, vicenda da chiarire e indagini in corso

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Lei parla di tentativo di violenza sessuale di gruppo. Gli inquirenti hanno aperto un’indagine sul caso, ma i contorni della vicenda sono tutti ancora da chiarire. Il caso è accaduto a Lampedusa, dove una donna di 50 anni, Rosa La Rosa, sposata e madre di due figli, che vive a poca distanza dall’hotspot che ospita i migranti sbarcati sull’isola ha denunciato di avere subito un’aggressione sessuale da parte di un gruppo di ospiti dell’ex centro di accoglienza.

La vittima – secondo quanto lei stessa ha reso noto – ha deciso subito di rivolgersi ai carabinieri ed è andata in caserma a raccontare i fatti. La violenza non si sarebbe consumata per la pronta reazione della donna che è riuscita a metterli in fuga. Della vicenda si occupano i militari della Stazione di Lampedusa coordinati dalla Procura di Agrigento.

I toni dell’esposto, però, farebbero pensare più a un tentativo di molestia che alla violenza sessuale ad opera del “branco”, anche se la donna non ha esitato a denunciare pubblicamente l’aggressione parlandone con i suoi concittadini. “Cinque soggetti extracomunitari, certamente appartenenti al centro di accoglienza, sono entrati a casa mia mentre stavo svolgendo le faccende di casa – racconta la donna, dopo aver precisato di avere subito, in passato, furti da parte degli ospiti del centro -. Gli stessi si posizionavano dalla parte opposta del tavolo al quale stavo lavorando e cominciavano a canzonarmi, mandandomi da debita distanza dei bacetti, continuando a ridere e facendo versi esplicitamente allusivi alla sfera sessuale”.

“I cittadini extracomunitari – ha aggiunto nella sua denuncia – mi coglievano letteralmente di soprassalto e io per reagire alla loro presenza gli urlavo che avrei chiamato mio marito e i carabinieri, ma alle mie parole rispondevano con fragorose risate”.

“Solamente uno di loro – ha proseguito descrivendo il migrante che le si era accostato – ha simulato il gesto di abbracciarmi, provando ad avvicinarsi un po’ di più, ma io, prendendo un bastone, lo allontanavo immediatamente”.

Gli extracomunitari, di cui la lampedusana descrive l’abbigliamento, sarebbero poi fuggiti temendo l’arrivo dei carabinieri. “Quando ho segnalato che c’era un problema sicurezza a Lampedusa sono stato accusato di essere razzista e xenofobo. Adesso i fatti mi stanno dando ragione”, ha commentato il sindaco di Lampedusa Totò Martello.

Un mese fa, suscitando non poche polemiche, il primo cittadino aveva parlato di “isola al collasso” e di “molestie” subite dalle donne. “Bisogna chiudere l’hot spot, una struttura inutile che non serve a niente”, aveva detto segnalando la necessità di procedere immediatamente ai trasferimenti di migranti dall’isola. Dichiarazioni che avevano provocato l’immediata reazione dell’ex primo cittadino di Lampedusa, Giusi Nicolini, che aveva accusato il suo successore di fare del “terrorismo”. (ANSA).